SCI ALPINO
MATTEO MARSAGLIA, ROMANO DI SANSICARIO, AL POTERE
Roberto Bertellino
Può definirsi il classico piemontese d’adozione, il 27enne romano Matteo Marsaglia. All’età di 14 anni, infatti, il romanissimo Matteo si trasferì sulle montagne, all’epoca non ancora olimpiche, della Val di Susa. Il nonno, infatti, ingegnere edile, lì svolgeva la propria professione. Matteo proviene da una famiglia di sportivi. Il padre Andrea è un maestro di sci, la madre Roberta una tennista già ex prima categoria. Geni importanti, dunque, trasmessi anche alla sorella Francesca, altra sciatrice della nazionale azzurra. Dopo tante stagioni di onorata militanza con la casacca tricolore ieri Matteo ha centrato il primo successo di carriera in Coppa del Mondo, nel Supergigante di Beaver Creek, sull’ostica pista denominata Birds of Prey, tecnica, difficile da interpretare, pericolosa. E’ stata la 164esima affermazione italiana in campo maschile, seguita a quella del giorno precedente, in discesa libera, colta da Innerhofer, ieri 15° in supergigante a causa di un errore nella parte finale del percorso. Matteo arriva da tre stagioni travagliate, a causa di problemi reiterati alle ginocchia, che lo hanno costretto alla fine all’operazione per una pulizia dell’articolazione infiammata. Le prime avvisaglie di quella che può definirsi la sua vera carriera da protagonista erano giunte nel finale della scorsa stagione, con i due quarti posti conquistati a Sochi (sede delle prossime Olimpiadi invernali nel 2014) e nelle finali di Schladming. La scorsa settimana era invece salito due volte sul gradino più alto del podio in altrettante gare FIS e recentemente aveva chiuso al 9° posto a Lake Luise. Nel supergigante vinto con gran merito Matteo ha lasciato a 27 centesimi l’attuale leader di Coppa, il norvegese Svindal e a 70 l’austriaco Reichelt. Quinto posto, tutto da gustare, per un altro azzurro, Heel, ad 88 centesimi.
Tra le passioni extrasci di Matteo, il surf e la Roma. La dedica, speciale, alla mamma: <<Sapevo che avrei dovuto giocare le mie carte nella parte alta del tracciato e in quella bassa – ha dichiarato – e così ho fatto. Il supergigante è sempre stata la mia disciplina per eccellenza, fin da ragazzo. Mi piace perché puoi fare grandi curve ad alta velocità. Dedico questa vittoria a mia madre che si è sempre sacrificata per noi tre fratelli. Ringrazio invece mio padre per non aver mai interferito nella mia carriera, lasciando spazio agli allenatori e ai tecnici di settore>>. Con una forma e una determinazione simili siamo certi che Matteo regalerà a se stesso e alla nazionale molte altre soddisfazioni in questa stagione di Coppa e in prospettiva. Magari anche in gigante, specialità che tecnicamente potrebbe affrontare senza problemi. Intanto si gode questa “prima” da protagonista, consapevole del fatto di avere nella propria squadra i primi avversari per la vittoria. L’Italia della velocità e dello sci sta tornando “Valanga”.
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