"Ho sempre creduto nell'elevato potenziale di meravigliose case francesi con un grande passato ma oggi silenti, come belle addormentate da risvegliare. E un po' per caso é arrivata l'acquisizione di Vionnet". Comincia cosí Matteo Marzotto, davanti a una nutrita platea di studenti accorsi per l'incontro settimanale con i professionisti della moda, il racconto di come "ha risvegliato" Vionnet, firma francese nata negli anni dieci che, proprio come la "Sleeping Beauty" di Charles Perrault é rimasta addormentata non per cento, ma per molti anni, finchè "verso la metà del 2008 - racconta Marzotto - vengo a sapere che il marchio era in vendita" e per Vionnet comincia una nuova vita.
Tuttavia prendere un brand come Vionnet e "risvegliarlo" non é stato semplice, soprattutto guardando all'anno in cui Marzotto l'ha fatto, il 2009, altrimenti conosciuto come il primo anno in cui la crisi economica ha fatto sentire i suoi effetti, anche nel mondo della moda. "Nessuno nel 2009 sentiva il bisogno di mettersi a considerare un nuovo brand, anche perché il mercato ne é pieno" afferma Marzotto ripercorrendo gli inizi: "Mi sono scelto due soci molto rilevanti dal punto di vista dell'esperienza ma non avevamo un patrimonio finanziario enorme. Abbiamo fatto la conferenza stampa di presentazione a casa mia per risparmiare e quando mi sono visto arrivare 91 giornalisti, avendone previsti non più di 30, non sapevo dove metterli". Era febbraio e la prima collezione Vionnet che Marzotto presenta sarà a luglio: "Avevamo poco tempo ma linee guida chiare" racconta il presidente svelando come quella collezione "sfruttava" il ritorno di immagine di Vionnet grazie a una retrospettiva organizzata al Louvre di Parigi. I punti chiave della "rimonta" di Vionnet sono stati "utilizzare un team di persone capaci che credevano molto nel progetto. Non fare pubblicità ma solo comunicazione facendo indossare Vionnet a celebrities come Madonna, e soprattutto riproporre tutte le intuizioni che hanno reso grande Vionnet: il drappeggio, la morbidezza, il taglio sbieco, la schiena nuda. Tutte cose che ha inventato lei e gli altri hanno copiato dopo, come ha ammesso anche lo stesso Valentino, qualche tempo fa". Arriviamo ai numeri. Vionnet ha fatturato 5 milioni di euro nel 2010 e 7 milioni e 300 mila euro nel 2011. Ha aperto il primo monomarca a Milano, dove vende soprattutto abiti da giorno. "L'abito leggero al ginocchio é il nostro benchmark - dice Marzotto - peró la qualità é importante. Chi entra per l'abitino che fa sentire sexy poi scopre la grande qualità con cui é fatto e si affeziona a tutta la collezione". Il futuro per l'azienda sembra buono soprattutto grazie alla passione con cui questo marchio é stato risvegliato: "Siamo nessuno numericamente ma siamo diventati qualcuno creativamente. D'altronde - chiude Marzotto - siamo praticamente una startup e la startup o la fai con l'anima e col cuore o non la fai proprio". Quello che spesso ci chiediamo studiando storia della moda è: è necessario far rinascere marchi dormienti del passato, di nomi eccellenti della moda, come in questo caso Vionnet, stravolgendone spesso i canoni estetici e lo scopo per cui è nata, oppure è meglio lasciarli riposare in pace e investire su marchi di giovani stilisti emergenti che sono la linfa e il futuro della moda? Comunicato Stampa di Moda Sapienza (Carlotta Baccaro) rilfelssione di Gabriele Luongo