Matteo Renzi da Bari punta a prendersi il Pd

Creato il 13 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: Sailko / Wikimedia Commons/ CC BY-SA 3.0.

Matteo Renzi ha aperto ufficialmente la sua corsa alla leadership del Partito Democratico. Il sindaco di Firenze, arrivato secondo alla scorsa contesa contro Pierluigi Bersani, è stimato grande vincitore di questa competizione, nonostante gli altri tre candidati alla segreteria del Pd. Matteo Renzi sa però che in tante settimane di campagna elettorale si può logorare la fiducia di qualsiasi leader e la sitauzione politica italiana, con il riconfermato governo Letta alle prese con un gran numero di emergenze, economiche, etiche e umanitarie, non agevola di certo il compito ad un politico che aspira a guidare il principale partito di centrosinistra, che si trova al momento al governo con il Pdl ed esprime nella persona di Enrico Letta il suo presidente del Consiglio, con un’autorevolezza politica riconfermata recentemente, ma anche scomoda all’interno del partito stesso.  Matteo Renzi ha scelto quindi la propria campagna elettorale a Bari, in una delle roccaforti del nemico “storico” D’Alema, anche se nella platea di facce possibili nemiche e ora “fulminate sulla via del Sindaco” ce ne sono, a partire dal sindaco di Bari Michele Emiliano e Nicola Latorre. Renzi ha dato la sua opinione su tutte le principali urgenze del paese, a volte con toni morbidi, altre con toni di rottura, a testimoniare che, nonostante la secolarizzazione delle posizioni obbligatoria per raccogliere consensi bipartisan, l’anima del rottamatore è sempre quella.  Dopo un attacco alla vecchia leadership del Pd, il sindaco di Firenze rilancia il tema della speranza: “per alcuni del Pd la mia candidatura è una sorta di rassegnato abbandono, un male necessario. Qualcuno sembra pensare che dopo di me c’è solo il mago Otelma, poi le abbiamo provate tutte. E allora serve un partito che vince perché uno che perde non serve a niente. Bisogna risvegliare la speranza, perché l’Italia è migliore di quello che pensiamo”. Sui temi fondamentali il sindaco ha tracciato una road map definita: una proposta di legge elettorale  nuova entro novembre, per dare maggioranze stabili al governo dell’Italia, abbattimento della burocrazia nel lavoro e sull’applicazione della Costituzione, che non va difesa solo andando in piazza, cambiamento della Bossi-Fini e della Fini-Giovanardi sul tema immigrazione e soprattutto la scuola. Si, perché il Pd di Matteo Renzi vuole fare della scuola il suo punto cardine, con il tentativo di creare una piattaforma telematica di ascolto e confronto con tutti i 5000 assessori all’istruzione del Pd. Una piattaforma per capire i problemi di un mondo bombardato da continue riforme confusionarie e poco strutturali. Ora vedremo se anche il Pd stesso la penserà come Renzi.


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