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Non ho condiviso le politiche del governo di Enrico Letta, e prima ancora il fatto che centro-sinistra e centro-destra avessero concluso un accordo per un governo politico. Ma non mi è piaciuto nemmeno, come a molti, il modo in cui Matteo Renzi abbia defenestrato Letta dalla presidenza del consiglio per poterlo così sostituire. E questo sia dal punto di vista politico, sia dei rapporti tra due persone che, detto per inciso, sono iscritti allo stesso partito. Non sono stati esplicitati i motivi del cambio di guida, almeno che per "motivi" non s'intenda la pretesa di Renzi di avere migliori capacità di governo, nel senso di possedere l'energia giusta per far approvare la legge elettorale, quella di revisione costituzionale ed altri provvedimenti, al momento ancora tutti avvolti nel mistero, su lavoro, pubblica amministrazione e scuola. Dal punto di vista personale, dopo le rassicurazioni delle settimane trascorse, Renzi non ha esitato a dare il benservito a Letta affermando, in sostanza, di voler seguire la propria "smisurata ambizione". Non è un peccato avere un'ambizione in campo politico, ciò che fa discutere è il modo in cui Renzi l'abbia voluta perseguire, applicando la cosiddetta rottamazione dei propri colleghi di partito, nella sostanza una vera e propria "asfaltatura", come si era visto già nei casi di Fassina e Cuperlo. Al confronto, la scelta di Letta di non partecipare alla direzione del partito e poi la scena dello stesso presidente del Consiglio che raggiunge il Quirinale alla guida della propria auto, fa tornare alla mente una classe politica che avevamo dimenticato, dai modi e dal linguaggio forse un po' paludati, ma certo dignitosa. Nello scontro con Letta, Renzi ha così tolto ogni residuo velo di cortesia politica, esibendo all'opinione pubblica la sostanza di una lotta per il potere, ove i contenuti passano in secondo piano (se va bene). Renzi imporrà, più che un programma di governo, la velocità dell'attività di governo: dall' "immaginazione al potere" (peraltro mai realizzata), alla "velocità al potere", il salto non può essere che all'indietro!
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COMMENTI (1)
Inviato il 03 marzo a 10:44
Ancor peggio Pisapia che si esalta predicando la lentezza. Per fare una Milano vivibile a misura di pedone vuole riesumare i navigli buttando all'aria tutto. Appena inizieranno i disagi dei cantieri, saranno tutti No canal