Cuperlo e Civati non hanno ancora capito che il cambiamento per essere realizzato ha bisogno di nuovi strumenti in quanto quelli usati fino a questo momento non hanno contribuito a risolvere il problema del lavoro e della povertà ed a realizzare un modello organizzativo di partito che corrisponda ai mutamenti della società del terzo millennio.
Il vero problema di Cuperlo e Civati è quello di non gradire che sia Renzi a prospettare la creazione di un nuovo equilibrio nella società italiana che attualmente si poggia sulla iniquità diffusa, sulla redistribuzione che aumenta le iniquità e favorisce le rendite,sui privilegi.
Gianni Cuperlo rappresenta la sinistra classica ed ortodossa legata ad un passato che è stato superato, oltre che dalla storia, dai comportamenti e dai bisogni degli elettori e che non ha prodotto risultati efficaci in materia di lavoro e di giustizia sociale. Nel PD ogni tentativo di realizzare una politica riformista nel mercato del lavoro è stata emarginata con il solo risultato di alzare le aliquote contributive per le partite Iva. Questa sinistra ha confuso l’equità con l’ugualitarismo.
Giuseppe Civati esprime una posizione politica di nicchia negli iscritti e negli elettori, rispetto agli altri due candidati, che va al di là dei valori fondativi del Pd. Le sue posizioni estreme (assenza alle due riunioni dei gruppi parlamentari e della Camera dei Deputati con all’odg la fiducia al Governo Letta per poi scoprire la disciplina di partito in occasione della mozione di sfiducia alla Cancellieri, matrimoni egualitari) non gli permettono di allargare i consensi e vincere le primarie. Con Civati Segretario il Pd si frantuma e rischia di perdere l’identità originaria alla quale siamo tutti legati.
Occorre una sinistra che si prenda carico dei problemi concreti del paese, che abbia una visione innovativa del PD e della società. Non più vecchi tabù ma una capacità di andare oltre gli equilibri esistenti per costruirne dei nuovi che si poggiano sull’equità e sulla giustizia sociale. Ad esempio è inaccettabile accettare il dualismo nel mercato del lavoro tra occupati e precari e non proporre una soluzione innovativa per risolvere il problema e ingiustificabile non consentire una riqualificazione dei Centri dell’impiego, i quali registrano 9.865 dipendenti e 464 milioni di costi, incapaci di realizzare una politica attiva del lavoro.
Attuare tutto questo significa essere di sinistra contro la sinistra parolaia che non ha avuto la capacità di leggere i tempi ed i cambiamenti intervenuti nel pianeta.
Matteo Renzi ha le capacità e la visione di uscire dagli abbracci soffocanti del passato e ricostruire un paese fermo da venti anni che ha bisogno di lavoro, di Europa e di riforme istituzionali, comprensive della nuova legge elettorale.
Per i motivi esposti, i quali possono essere approfonditi prendendo visione del documento congressuale di Matteo Renzi e leggendo il libro di Yoram Gutgeld, Più uguali più ricchi, Rizzoli, 2013, io voto alle primarie dell’8 dicembre Matteo Renzi.
Un cambiamento positivo dell’Italia e del PD può nascere solo con la vittoria di Matteo Renzi alle primarie.
Mozione di Matteo Renzi