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Matteo Salvini: “In Corea del Nord c’è uno splendido senso di comunità”

Creato il 03 settembre 2014 da Nicola933
di Mario Marrandino Matteo Salvini: “In Corea del Nord c’è uno splendido senso di comunità” - 3 settembre 2014

Matteo SalviniDi Mario Marrandino. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, dopo un ritiro in Oriente (Corea del Nord, Pechino), è tornato in Italia portando con se una conclusione che ha lasciato i più allibiti.

Con al seguito un gruppo di cui facevano parte imprenditori del settore turismo, dell’edilizia e dell’agricoltura, secondo il segretario della Lega, l’embargo nei confronti della Corea del Nord (che ricordiamo essere una dittatura, con a capo Kim Jong-un), è “idiota”. Com’è superfluo anche quello posto nei confronti della Russia che, anzi, promette di visitare in autunno, proprio perché contrario a questa misura e soprattutto perché d’accordo con la politica di Marine Le Pen, che sprona a guardare l’Est non come un ostacolo da arginare, ma come uno sbocco. Non importa cosa ne pensano le organizzazioni umanitarie.

Salvini, attenzione, specifica in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, che non scambierebbe mai la sua vita con quella di un nord-coreano: per quanto possa essere pragmatica, a suo avviso, è comunque una castrazione della persona, della libertà più pura, ma, comunque, elogia alcuni aspetti del regime: “Si tratta di un altro modello che io non demonizzo: non indico come un inferno un sistema che non conosco. Lì lo Stato dà tutto: scuola, casa, lavoro. Insomma, al mondo non c’è solo lo stile di vita americano”. “Sono contento di esserci andato, ho visto un senso di comunità splendido. Tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani, cose che ormai in Italia non ci sono più”.

Salvini ha inoltre incontrato il senatore di FI Antonio Razzi, una “persona spumeggiante, piena di iniziativa” e che “in Corea è un’autorità” e ha anche incontrato l’ex calciatore Pak Doo-Ik, che con un suo gol eliminò l’Italia dai Mondiali del ‘66. All’incontro Salvini si è presentato in tenuta rosso-nera, da vero milanista, perché, “è l’unica che conta” per lui, lasciando intendere di preferire la maglia del Milan a quella della Nazionale.


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