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Matteo Salvini: “Napoli capitale dell’evasione fiscale delle multe”

Creato il 16 settembre 2015 da Vesuviolive

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Napoli – Riecco Matteo Salvini contro i napoletani, e dobbiamo dire che ci erano mancate le sue uscite fondate sui pregiudizi – in buona o cattiva fede lo lasciamo stabilire a voi – senza alcun supporto materiale ed oggettivo alle sue parole, le sue sparate che vanno a colpire indiscriminatamente la maggior parte degli abitanti di una città. Questa volta non c’è nulla da interpretare, ha parlato chiaramente:

Il sindaco di Napoli dice che il suo Comune non ha soldi.
Se magari facesse pagare le multe stradali (Napoli è la “capitale italiana” dell’evasione fiscale delle multe, e delle truffe alle assicurazioni auto) come fa una minoranza di cittadini perbene, forse qualche lira in più la avrebbe!

Per il supremo comandante verde della Lega Nord, solo una minoranza dei napoletani paga le tasse: per converso, la maggioranza dei napoletani non è perbene, dunque è disonesta, truffatrice, e non paga le multe. Ma c’è di più, perché sempre secondo il soggetto in questione Napoli sarebbe la capitale, oltre che dell’evasione delle multe, anche delle truffe assicurative. Su quali dati poggia la sua tesi non è dato saperlo, perciò, allo stato delle cose, le sue dichiarazioni sono gravemente diffamanti nei confronti di centinaia di migliaia di persone, la cui immagine è danneggiata da una persona la quale non si fa scrupoli a strumentalizzare ogni questione per fare campagna elettorale, come ha sottolineato di recente anche lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, che lo accusò di speculare sui morti. Rosy Bindi, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, aveva detto invece che la camorra è un dato costitutivo di Napoli e della regione Campania intera, come a dire che siamo camorristi nel DNA. È come se adesso qualcuno dicesse che tutti i milanesi sono truffatori per lo scandalo Expo, o che tutti i romani sono mafiosi per Mafia Capitale, che tutti i veneziani, i fiorentini e i piemontesi sono ladri per via di Mose, Tav e rimborsopoli.

Il pregiudizio sui napoletani truffatori di assicurazioni nasce dal luogo comune della particolare sinistrosità di costoro. Nel 2013, come vi abbiamo raccontato qualche mese fa, a Napoli si sono fatti meno incidenti che a Roma e Milano, come attestato dal Rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali nel 2013; le informazioni complete potete leggerle cliccando qui. Secondo l’ISTAT invece, in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio si fanno più incidenti rispetto alla Campania, eppure per i campani le tariffe assicurative sono molto più salate; maggiori informazioni potete averle cliccando qui. In un servizio di Luca Abete di Striscia la Notizia, inoltre, è emerso che un 26enne residente a Napoli paga il triplo rispetto a quello residente a Milano, giungendo a cifre superiori ai 4.500 Euro l’anno per un’auto di cilindrata 1.2, circostanza giustificata dagli impiegati delle compagnie con la maggiore sinistrosità napoletana e il malcostume di inventarsi danni biologici, per ottenere il risarcimento. In quell’occasione fu dimostrato, però, che a Napoli i risarcimenti sono mediamente inferiori rispetto alle altre città.

Dati oggettivi e incontrovertibili, al contrario, sull’asserito essere truffaldini dei napoletani non esistono, se non nella mente di alcuni, i quali nel momento in cui lo affermano pubblicamente di fatto diffamano una popolazione intera, restando per lo più impuniti e, anzi, raccogliendo consensi che fanno posare il loro sedere sulle poltrone istituzionali.

Siamo imbroglioni perché siamo napoletani, siamo camorristi perché siamo napoletani e campani. Questo dicono di noi i fratelli italiani.


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