Una campagna elettorale “iniqua” e un uso “contestabile dei mezzi dello Stato”: a denunciarlo sono alcuni dei cinque candidati alle presidenziali del 21 giugno.
Grande favorito alla sua rielezione è il capo di stato uscente, attuale presidente di turno dell’Unione africana, Mohamed Ould Abdelaziz.
E le critiche riguardano proprio Abdelaziz , al potere dal colpo di stato incruento del 2008.
“Alcuni candidati, a cominciare dal presidente, noleggiano veicoli fuori strada, affittano costose case di campagna, distribuiscono soldi e si fanno scattare tante foto. Mentre altri, come me, sono senza alcun mezzo”, ha detto l’attivista per i diritti umani Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell’Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista della schiavitù in Mauritania.
Inoltre ha accusato le autorità di aver svolto un censimento “discriminatorio” che non ha registrato metà della popolazione nera (Harratine) e ha lasciato fuori molti membri delle comunità Bambara e Soninke.
Ibrahim Moctar Sarr, deputato ed ex giornalista, leader dell’Alleanza per la democrazia e la giustizia, ha criticato il presidente uscente per aver noleggiato aerei all’esercito per spostarsi ai quattro angoli del paese.
Il Forum nazionale per la democrazia e l’unità (Fndu), che raggruppa una decina di partiti di opposizione, contrario a quello che definisce una “farsa elettorale”, un “processo unilaterale da parte del potere militare”, ha invitato la popolazione a boicottare le urne.
E, stando così le cose, non sarebbe affatto male.
Se non si dovesse raggiungere alcun risultato, si ritornerà a votare in data 5 luglio prossimo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)