L’assaggiare i luoghi è per me fondamentale, ormai lo sapete, ed è il motore trainante della mia attività di giornalista e scrittrice. Nonostante non sia ancora andata a Mauritius, ho avuto il piacere di assaporarla attraverso la cucina di Lorenzo Buti e Berthy Meriza, chef degli hotel Beachcomber.
I colori degli ingredienti, innanzitutto, tanto vivaci da portare un po’ di luce del sole africano nella grigia giornata milanese. Molte le spezie utilizzate, che trasportano in un attimo in luoghi lontani: peperoncino, serica polvere di curcuma, zenzero, foglie fresche di curry, coriandolo, polvere tandoori e timo…che in Italia conosciamo bene.
Una cucina di per sè semplice e leggera, per i tipi di cottura, ma dai sapori forti e dalle consistenze differenti: la compattezza delle piccole falafel di verdura, la croccantezza dei samosa, la morbidezza del pesce, la freschezza del chutney di cetrioli, la cremosità della salsa rougaille.
L’insieme di aromi trasporta per un attimo sull’isola, crogiolo di culture diverse, che l’hanno resa una nazione ricca di cultura e di gusto. Nei Beachcomber Hotel, lussuosa catena mauriziana di alberghi realizzati esclusivamente con materiali locali in armonia con l’ambiente, si può imparare la cucina tipica in modo da portare con sè a casa un po’ di Paradiso.
Per preparare qualcosa di dolce immancabile è la vaniglia, che nasce da una splendida orchidea gialla. La pianta è rampicante ed è molto diffusa a Mauritius, patria di un’immensa varietà di fiori e di piante tropicali come l’ylang ylang di cui occorrono 50 kg per produrre un solo litro di olio essenziale prezioso e utile per alleviare stress e tensioni.
Nell’attesa di un viaggio a Mauritius provate a preparare la rougaille, salsa che può accompagnare carne di pollo, manzo, uova o, perché no, un’italianissima bruschetta.