Leonardo Di Stefano 21 febbraio 2013
La musica popolare rappresenta l’identità, la storia e la cultura di un territorio. E gli scambi tra culture aiutano la comprensione di ciò che non si conosce perché non radicato nel proprio tessuto sociale. Da Catania a Pistoia c’è parecchia strada da percorrere e la musica diventa un buon pretesto per viaggiare, confrontarsi e condividere il proprio background. Maurizio Geri e Riccardo Tesi si fanno promotori e divulgatori della tradizione musicale toscana, facendo conoscere, durante un concerto alla Sala Lomax, al pubblico della città etnea un folk dagli accenti tzigani a volte cantato in lingua italiana ed altre utilizzando il volgo di quella che fu la terra natìa dei decani della nostra letteratura. Il duo si avvale di una chitarra acustica elettrificata suonata da Maurizio Geri e di un organetto diatonico utilizzato da Riccardo Tesi. Tante le canzoni eseguite dalla coppia tra le quali spicca Thapsos, scritta e composta pensando alla Sicilia ed alle sue molteplici dominazioni che si sono susseguite nel corso della storia. Il suddetto brano regala melodie dal sapore mediterraneo, ritmi morbidi, scanditi dall’organetto diatonico e dalle sue note che a tratti ricordano intramontabili scene musicali della cultura greca. Ed ancora la Moresca nuziale, traccia che prende spunto dalla originaria danza di matrice araba la quale venne introdotta in Europa nel quindicesimo secolo dagli spagnoli; quest’ultimo brano mostra la particolare bravura di Geri alla chitarra, il quale inanella assolo e virtuosismi che dimostrano il suo spessore artistico.
La canzone che più delle altre mostra il volto folcloristico e quindi la vera identità e le origini del duo di Pistoia è certamente Poveri contadini; il dialetto qui è il valore aggiunto che dà un tono ironico e giocoso ad una storia che racconta la dura vita di contadini sottomessi, malpagati e maltrattati da latifondisti ignoranti ed avari. L’amara quotidianità che viene facilmente smontata e vinta da un umorismo dai risvolti grotteschi, il quale fa della simpatia toscana un vero marchio di fabbrica. Il pubblico apprezza e batte le mani a tempo lungo il corso dell’intera esecuzione. La carriera musicale di Maurizio Geri e Riccardo Tesi viene fortemente influenzata dalla musica di una delle più grandi interpreti della canzone italiana contemporanea, ovvero Caterina Bueno. Il duo di Pistoia conosce ed impara molto dal carisma e dalla preparazione della Bueno, la quale, ormai scomparsa da più di cinque anni, viene sempre ricordata con amore ed omaggiata ad ogni loro concerto. Anche Francesco De Gregori duettò con l’autrice di Fiesole, scrivendo tra l’altro una canzone in suo onore: Caterina. Canzone che viene eseguita da Geri e Tesi durante il concerto targato Catania. Si può facilmente riscontrare nella timbrica vocale di Geri una sensibile somiglianza con quella del cantautore capitolino, il che è di certo un complimento e soprattutto un punto a favore dell’esecuzione che resta fedele all’originale e viene apprezzata dal pubblico che non si risparmia in complimenti ed applausi.
A chiudere l’esibizione un’altra bella canzone dedicata alla Bueno. La traccia, intitolata Tirallà, racconta di una giovane ragazza rinchiusa in collegio per essersi innamorata precocemente di un uomo. Triste e piena di sentimenti, coglie perfettamente la malinconia di chi non può o non riesce a vivere l’amore nella sua pienezza e totalità. Maurizio Geri e Riccardo Tesi vengono ricordati anche per il loro progetto musicale chiamato “Banditaliana”, progetto nato nel 1992 che ha come scopo principale il recupero e la diffusione della tradizione popolare italiana.
Fotografie di Leonardo Di Stefano