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Max Ulivieri: “Diritto al sesso per i disabili!”

Creato il 26 giugno 2013 da Tipitosti @cinziaficco1

Toscano, 43 anni, affetto da distrofia muscolare da quando aveva due anni. Prima si batteva solo perché in Italia e all’estero venissero abbattute le barriere architettoniche e culturali. Oggi anche perché si sbriciolino ipocrisie e tabù e si riconosca a tutti i disabili il diritto ad una vita affettiva e sessuale piena.

Lui è Max Ulivieri, web designer, vive a Bologna e si occupa di Turismo Accessibile  www.diversamenteagibile.it  Da qualche anno ha creato in Italia il primo ed unico Comitato per l’assistenza sessuale ai disabili. 

Max Ulivieri: “Diritto al sesso per i disabili!”
“Dal 2008 – spiega – mi sto attivando perché nel nostro Paese venga introdotta la figura dell’operatore del benessere psico – fisico dei disabili, che in Svizzera, Germania, Olanda e Danimarca esiste da anni. Si tratta di persone che  dopo un corso di 600 ore, tenuto da psicologi, medici e sessuologi, sono in grado di ascoltare ed entrare in sintonia con i disabili. Non si tratta di prostitute o prostituti, ma di gente che studia per procurare piacere a chi non può procurarselo da solo, perché immobile a letto. Potremmo chiamarli infermieri. Sono anni che con il mio blog http://www.loveability.it/ raccolgo storie di ragazzi frustrati, che devono accontentarsi di fare sesso con persone fredde e avide di soldi. Dico: basta!”.

Ma la differenza più grande qual è? “Le assistenti sessuali – replica Max – vengono pagate poco e solo per quello che imparano ad essere. Sono persone empatiche che per i primi quattro incontri si limitano ad ascoltare i disabili. E non chiedono niente in cambio. L’assistente sessuale conosce le funzioni e le disfunzioni dei disabili e insegna a provare benessere senza sofferenza. C’è una preparazione profonda dietro il lavoro di queste figure, che in Italia si fa presto a confondere con quello dello prostitute. L’assistente sessuale non aiuta un disabile per denaro, ma per empatia. Tanto che il suo compenso non è alto.  All’estero una seduta di due ore – e spesso ne basta una al mese – costa 150 euro. Ma in quelle due ore un disabile può limitarsi a parlare delle proprie ansie. La sessualità di chi è diversamente abile crea ancora imbarazzo. Si ha paura di avvicinarsi e rompere il corpo di un disabile, perché lo si vede fragile. E, invece, noi non siamo fragili.  Siamo solo diversi. C’è tanta ignoranza, perché non c’è voglia di interagire con noi. Si ha paura di quello che non si conosce. Il sesso nei nostri confronti viene considerato ancora un atto impuro. Chi viene seguito da assistenti sessuali impara a non accontentarsi dello sfogo sessuale. Comincia a pensare di avere diritto ad una sessualità piena, ad usare il proprio corpo in modo assoluto. Impara a capire che anche il proprio fisico diverso può diventare fonte di desiderio. E’ arrivato il momento che si comprenda una cosa: noi disabili non possiamo più accontentarci di  respirare e mangiare.  Abbiamo bisogno di amare ed essere amati senza limiti.  Mi auguro che in Italia le cose cambino.

Max Ulivieri: “Diritto al sesso per i disabili!”
Noi sei del Comitato ce la stiamo mettendo tutta perché anche nel nostro Paese ci sia per noi un operatore del benessere. Ma prima deve cambiare la legge sulla prostituzione. Non è facile far passare questi discorsi. La copertura mediatica è ottima, ma difficile è interagire con le istituzioni. Ne abbiamo parlato con un sacerdote di Bologna, illuminato, con un parlamentare Cinque Stelle ed un’amica della Segreteria di Sel. Per altri la questione è di poco conto, nonostante si parli di pari opportunità. Ma andiamo avanti”.

Nella sua battaglia Max non è solo. Dalla sua parte c’è Enza, sua moglie, 32 anni, siciliana, che ha lasciato la sua terra ed un lavoro a tempo indeterminato per Max. Si sono conosciuti via chat e sono stati fidanzati per quattro mesi. “Nel 2008 – racconta Enza – ci siamo sposati. Al mio matrimonio i miei non sono venuti. Col tempo hanno capito. Per me è stato tutto normale sin dall’inizio: imboccarlo, metterlo a letto, fare l’amore con lui. In modo assoluto”.

                                                                                                                           Cinzia Ficco


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