Mayo e Love; così diversi eppure così legati

Creato il 17 marzo 2011 da Thinker

Era novembre del 2007 e Sports Illustrated, celebre settimanale sportivo a stelle e strisce, dedicava copertina e attenzioni a due prospetti collegiali molto interessanti: Kevin Love e OJ Mayo.

Entrambi giocavano per due università, UCLA e USC, situate a Los Angeles. Il primo ateneo, però, è situato a Westwood, elegante sobborgo, mentre il secondo si trova a South Central, non esattamente il luogo dove si possano incontrare famigliole a spasso con i propri bambini.

Ma le differenze e analogie non terminano certo qui, infatti, Mayo è figlio di Kenny Ziegler, stella liceale nel West Virginia degli anni ’80. Ziegler, di cui OJ non adottò il cognome ma scelse quello della madre, si perse tra le carceri dando ulteriori motivazioni di sfondare dove il padre aveva fallito al numero 32.

Tutt’altra storia quella di Love. Il curriculum vitae del padre Stan vanta un permanenza pluriennale nella Lega e non soggiorni forzati dietro le sbarre. Inoltre la famiglia di Kevin conta su un’altra stella e su un altro personaggio di successo, ovvero Mike Love, cantante dei Beach Boys.

Non ci sono solo differenze di tipo culturale fra i due giocatori scelti per la cover di SI in quell’autunno, ma esse si estendono si estendono fino al parquet.

Infatti Kevin Love è un’ala dotata di un telaio di 2 metri e 8 centimetri per 117 chili, con un enorme fiuto per i rimbalzi, che può ricoprire anche il ruolo di centro e passare ottimamente la palla nonché punire le difese con il suo pericoloso tiro da dietro l’arco.

D’altro canto OJ Mayo è una combo guard di 6 piedi e 4 inches (193 centimetri) dotata di un mortifero tiro da tre punti, sufficiente ball handling per ricoprire anche il ruolo di playmaker e una capacità innata di rispondere “presente” quando più conta.

Mentre l’ex Bruin incarna il cliché del giocatore bianco devoto alla squadra e intelligente anche fuori dal campo, il prodotto di Southern California sembra sempre sul punto di essere ostracizzato da compagni e allenatori, tantoché il suo ego viene spesso paragonato a quello di Kobe Bryant.

È marzo, sono passati quattro mesi da quella copertina che li rese celebri e i “nostri” si ritrovano contro, in campo. L’occasione è importante: semifinali della Pac-10. La partita se la aggiudicano i Bruins per 57 a 54 grazie a 19 punti e 10 rimbalzi di Love, Mayo fatica a causa della marcatura di Russell Westbrook e sparacchia, sempre a testa alta, un 6-16 dal campo accumulando 15 punti e 6 rimbalzi. Il torneo finirà con la vittoria di UCLA e l’inclusione di entrambi nel quintetto ideale.

Sia Mayo sia Love vennero scelti al primo giro del Draft 2008, rispettivamente con le chiamate 3 e 5. Pochi minuti dopo avvenne il più grande incontro, finora, fra le due carriere: i due vennero scambiati l’uno per l’altro in un affare di cui loro erano le pedine principali.

Il prodotto di USC andò nel Tennesse e Love finì a Minneapolis. Lo scambio creò molto rumore, soprattutto tra gli addetti ai lavori, e da lì si spesero molte parole per capire chi fosse il migliore.

Ora Love, forte di un minutaggio cresciuto grazie alla partenza di Al Jefferson, sta vivendo la sua miglior stagione in carriera segnando quasi 21 punti di media, cui aggiunge 16 rimbalzi, primo in assoluto nella Lega per quanto riguarda quella voce statistica, e il 42% da tre. Il dato impressionante, però, è un altro: 53 (!) doppie doppie di fila. Queste statistiche gli sono valsa la prima convocazione all’All Star-Game.

Al contrario Mayo. Infatti OJ sta soffrendo nella squadra di Lionel Hollins giocando solo 27 minuti in cui produce 11 punti a partita. Addirittura si era pensato ad uno scambio che lo portasse ai Pacers poi non convalidato da Stern perché avvenuto fuori tempo massimo.

Curiosamente le squadre in cui militano queste giovani stelle vivono una situazione opposta rispetto alle cifre sopraelecante: i Grizz sono lanciatissimi verso l’ottavo posto nella Western Conference mentre Minnesota, con un record di 17-52, sembra relegata, ancora una volta, alla lottery.

La NBA è rinata negli anni ’80 grazie a due giovani, anche loro “così diversi eppure così legati”. Siamo sicuri che anche Kevin Love e OJ Mayo possano aiutare Mr. Commissioner ad alzare le quotazioni internazionali della Lega.


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