E noi che avevamo sperato in un Mazzini arrembante! Invece no, la nota inviata nella notte dall’ufficio stampa del Polide parla di una pacifica coesistenza all’interno del discorso mazziniano persino delle Acli e di Comunione e liberazione. Allora nulla di male se i cattolici conquistano influenza o potere in qualunque modo a disposizione? Possibile che Comunione e Liberazione sìa considerata un fenomeno qualsiasi?
I cristiani in politica e il loro impegno civile. Di questo, ma non solo, ha parlato, lunedì nella sede del laboratorio politico-culturale Polide, Gianfredo Mazzini. Introdotto da Agostino Melega, l’ex segretario provinciale della Democrazia Cristiana ha analizzato il mondo cattolico e il suo ruolo nel partito (Dc, poi Ccd e Udc) e più in generale nel Paese. “Un grande contributo alla formazione della democrazia in Italia”, ha detto Mazzini. Dopo un rapido excursus storico sul rapporto tra Stato e Chiesa lungo tutto il Novecento, Mazzini ha poi concentrato la sua attenzione sull’Italia del secondo Dopoguerra. Periodo di grandi conflitti, dice Mazzini, in cui la tradizione cristiana “si inserì quale elemento di unità nazionale”. Ha toccato la politica di alleanze di De Gasperi, la figura di don Sturzo, fino alla crisi del mondo cattolico negli anni Settanta con la ricerca di nuove vie per contenerne la diaspora. E ancora: il rapporto tra la Conferenza episcopale italiana e il partito della Democrazia cristiana, la condizione di “subalternità e marginalità nel mondo politica” nella quale si trovarono i cattolici dopo il 1994. Alla quale si accompagna “un’assimmetria tra il ruolo della Chiesa – sostiene Mazzini – e quello dei cattolici, anche se non mancano di nuove forme di presenza dei cattolici in politica grazie ai fenomeni dell’associazionismo (Acli) o del movimentismo (Cielle)”. La Dc, afferma Mazzini, “non potrà mai essere rifondata. Non rinascerà più”. I cattolici, però, conclude, continueranno ad impegnarsi nei vari partiti presenti sulla scena politica tenendo alti i propri valori e ideali. Al termine della partecipata relazione, la consueta discussione con i presenti.
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