Ecco i miei due cents sull’ultimo album di Madonna. Un’impressione a caldo, non vuole essere un update della biografia Mad for Madonna.
Ho ascoltato il leak, adesso ho l’album Deluxe acquistato. Iniziamo subito con la conclusione: MDNA, il dodicesimo album di Madonna, record di 50 paesi #1 solo in prevendita, è un ottimo album. E’ il concentrato del DNA di Madonna che, libera dalla Warner, concentra in un solo album un miscuglio di stili e tendenze che riescono però ad amalgamarsi perfettamente. Dance pura che vira sull’house, ballate romantiche, rap, suoni sperimentali, minimalismo elettro-pop.
Madonna è tornata. L’album vibra di rabbia, di dolore per il divorzio con il marito, di desiderio di ballare. La nostalgia di I Fucked Up, trainata da Masterpiece e Falling Free, sfuma nella spensieratezza leggera di Superstar e Give Me Your Luvin’, per poi aumentare il battito con Turn Up The Radio e Girl Gone Wild, drogarsi di house in I’m Addicted e graffiare con Gang Bang. Una commistione di generi e produttori che avrebbero potuto bissare il caos di Hard Candy, e che invece confezionano un album complesso e sfaccettato, sfrontato e audace, nell’esorcismo finale di Madonna che, dopo quattro anni, torna a puntualizzare con ironia quanto di più scontato: There’s only one queen, and that’s Madonna.
Girl Gone Wild: Il secondo singolo dell’album, già accompagnato da un video b/w in cui Madonna cita se stessa e si riprende lo scettro della paladina del mondo gay. Una canzone orecchiabile, ballabile, ma non il pezzo migliore dell’album, con un Benassi non al top. Anzi, si tende a skippare in confronto alle altre. Pessima scelta di averla fatta uscire come secondo singolo. Voto: 6
Gang Bang: La perla dell’album. Un ritmo martellante e cupo che si trasforma nel bridge mentre Madonna urla Over and Over, drive bitch. Un piccolo capolavoro d’avanguardia, il tocco di Orbit è inconfondibile. Manca solo un video crudo per chiudere il cerchio, e lo spero davvero. Gang Bang non passa inosservata. Voto: 9
I’m Addicted: I Demolition Crew trasformano la Madonna più house che abbiamo mai conosciuto, con una canzone che prende sempre più man mano che si ascolta. Un caos di suoni che si incastra perfettamente nell’album. Ipnotico. Voto: 7,5
Turn Up The Radio: Torna la voce di Madonna, limpida e chiara, si abbassano di poco i toni dance per quello che poteva essere un perfetto singolo commerciale per inaugurare l’album. L’impronta di Solveig è un po’ troppo presente e tende forse a oscurare la creatività di Madonna, ma è sicuramente una traccia divertente. Voto: 6,5
Give me your luvin’: Ci ho provato. L’ho ascoltata più volte. Ho tentato di farmela piacere a ogni costo. Non c’è stato verso. Continua a essere una canzone insulsa, inimmaginabile come lead song dell’album.Una pessima scelta. Si riprende solo grazie a un video ben fatto, finalmente dopo anni che Madonna ci aveva abituato a performance sui video piuttosto zoppicanti. Ma rimane quella che è. Una canzone da dimenticare. Voto: 4
Some Girls: Una delle canzoni forse più deboli dell’album, di difficile ascolto. Rimane poco impressa, con un sound che non mi ha convinto. Voto: 5
Superstar: la figlia Lola canta nel coro, e la mamma Madonna si diverte con una canzone spensierata, senza pretese, solo per divertire. Ottimo l’intento, e perfettamente riuscita come Madonna ha saputo fare in passato con pezzi stile Cherish. Scomoda pure Marlon Brando, James Dean, Travolta e Bruce Lee. Ci piace. Voto: 6,5
I’ dont give A: Madonna strizza l’occhio all’America con il rap di Nicki Minaj, un pezzo che funziona e prende subito. Arriva la prima stoccata all’ex-marito Guy Ritchie, e Madonna non ci va sul sottile. Poi ci pensa la Minaj, con un finale dai suoni epici a ricordarci il semplice concetto:
Un simpatico modo per salutare con la manina Lady Gaga, consigliandole una serata di shopping per comprarsi un’altra parrucca. Voto: 7.5
I’m a Sinner: un’altra sorpresa dell’album, con sonorità Sixties e un testo che convince. Torna la Madonna peccatrice, tira giù tutti i santi (da San Sebastiano, alla Madonna, a San Cristoforo e immancabile il Gesù Cristo). Orbit confeziona tutto alla perfezione. Voto: 7
Love Spent: Ed è ancora Orbit a soprenderci, con una canzone (anzi quasi un mash-up di due pezzi distinti) che diventa uno dei pezzi migliori dell’album. Suono ricercato, testo azzeccato, la voce di Madonna torna a padroneggiare. Voto: 8,5
Masterpiece: Cos’altro si deve aggiungere a una canzone che ascoltiamo da mesi e che ha vinto il Golden Globe? Un testo perfetto, per una Madonna che si confronta con la sua opera d’arte. Avrei voluto solo un bridge di suoni nella seconda metà per rendere il tutto più complesso e archeggiato. Madonna ha scelto il sound minimalista, e anche così convince. Voto: 9
Falling Free: l’ultimo pezzo del DNA di Madonna è una ballata romantica, con una sonorità/modulazione della voce alla Evita. Il pezzo è molto buono, ma non riesce a prendermi del tutto. Forse mi serviranno più ascolti? Voto: 6
Beautiful Killer: Come se 12 canzoni non fossero sufficienti, il secondo disco Deluxe torna alla dance. Battiti dimezzati, non di certo l’house, con un testo che vira sull’amore e sulla morte. Non male, ma anche qui serve un po’ di rodaggio. Voto: 6
I Fucked Up: Un’altra perla, che non merita la deluxe ma il primo disco (magari al posto di Some Girls?). Voce di Madonna profonda, così come il testo. Ritmo mid-tempo che sale nel bridge finale, chiudendo una canzone affatto scontata. Madonna confessa i suoi errori nel matrimonio, si augura un ritorno del marito, un giorno. Per poi sorprenderci con un “or not” finale. Voto: 8
B-Day Song: Ecco. Questa è decisamente una canzone da B-side, più che una Birthday song. Canzone allegra, spensierata, che si dimentica facilmente. Un bel riempitivo, insomma. Voto: 5
Best Friend: Torna ancora Benassi, con un pezzo dal sound elettro sound che convince. Madonna ci parla dell’amicizia e del dolore della perdita. Voto: 6,5
E così termina MDNA. Uno dei migliori album dall’epoca di Ray of Light, che gareggia senza difficoltà con il Confession. Aspettando, ovviamente, che Madonna ci sorprenda con i suoi tre concerti in Italia.
Bentornata, regina.
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