Salutati Ciro e Daniel a Rio, Manuel, Ignacio e Gaston a Montevideo, Fiona e Juanjo a Buenos Aires, inizia l’avventura solitaria.
La regione di Salta è la piú povera in Argentina e la cittá in sè ha poco da offrire, se non il fatto di essere un ottimo hub per gli spostamenti verso Cile o Bolivia. Poco prima di partire, vedo che sale sul bus anche un altro ragazzo europeo, probabilmente ancora stordito dalla movida argentina: la mia esperienza di “solo traveller” dura quindi il tempo di un viaggio in bus ( per la gioia della mamma).
Arrivati a Salta, Chris, il ragazzo tedesco, mi segue all’ostello e scopro che abbiamo lo stesso itinerario e, viaggiando anche lui da solo, è molto probabile che proseguiremo insieme. Le prime ore sono fondamentali per capire se può essere un buon compagno di viaggio e quando mi racconta del suo servizio civile in Ecuador per 1 anno e del suo erasmus in Russia, mi convinco definitivamente.
Quando viaggi da solo, in ostello, sono tutti tuoi amici e offrire una bottiglia di vino bianco spesso aiuta a far sbottonare anche lo svizzero piú timido…poi c’è la ragazza francese alla ricerca di se stessa, che ha abbandonato giurisprudenza a 1 esame dalla laurea, e, chiaramente, non poteva mancare l’australiana in anno sabbatico.Il gruppo è vario: alcuni partono il giorno dopo, altri si fermano di piú e la sera successiva è di nuovo la stessa musica.
Come detto a Salta, non c’è molto da fare, cosí si decide per l’escursione alla “Quebrada de Humahuaca” a nord di Salta. I paesaggi sono stupendi, così come i lineamenti inca delle popolazioni indigene.
La guida mi prende subito di mira e inizia a chiamarmi “El Tano” (abbreviazione di Italiano), Chris sembra molto divertito dal nickname e penso che non me lo scolleró di dosso per le prossime settimane.