Se me lo avessi detto prima, io avrei potuto decidere di lasciare stare dall’inizio. Avresti dovuto farmi firmare un documento con su scritto che sei un povero cretino, una lista di tutti i tuoi difetti, le brutte parole che avresti usato, io lo avrei letto e avrei deciso se firmarlo o meno. Perché io le mie paranoie e le mie stranezze le metto sempre tutte sul piatto dall’inizio, vi avviso che non sarà facile e vi spingo a cercare una donna più normale. Se avessi firmato, adesso non potrei dirti niente, non potrei lamentarmi, potrei solo mangiarmi le mani ma nel silenzio della mia cameretta. Non importa se sei ubriaca o stanca e quindi non leggi tutti i cavilli, se firmi poi sono fatti tuoi.
Me lo potevi dire prima che sei uno di quelli che deve per forza cadere in piedi, che chiede scusa senza pensarlo minimamente solo perché deve togliersi l’accollo dai piedi, uno di quelli che deve necessariamente essere colui che ha l’ultima parola anche se il tuo essere nel torto è palese, che deve uscirne a testa alta come quello che ha chiuso quando hey, no, la porta te la sei presa in faccia bella grossa, ma scherzi, io? Io mi ero stufato prima di te ma mi facevi un po’ tenerezza. Mannaggia, in fondo io lo dico sempre che le palle ce le avete solo per usarle come maracas. Me lo potevi dire prima che sono troppo giovane, troppo ragazzina, troppo grassa, troppo lontana, o forse l’esatto contrario e quindi sono troppo matura per la mia età, troppo intelligente, troppo bella, mi potevi pure dire prima che sei uno di quelli che non sa quello che vuole e per questo gestire una cosa che non conosce è troppo complicato, che si spaccia per alternativo sotto ogni aspetto ma poi la diversità lo spaventa a morte, che vuole la semplicità, la donna che dica sempre sì, che sia una porca e che ingoi ma che quando lo vuoi tu deve essere un gattino che ti dice che sei bello, che hai una bella voce, che quella cosa che hai scritto è davvero interessante, che si veste di rosa in pubblico ma indossa i completini intimi bondage di yamamay nel privato. Me lo potevi dire prima che per essere adatta a te avrei dovuto mettere da parte tutto quello che sono ed essere solo quello che vuoi tu, come lo vuoi tu, così avrei potuto mandarti una nota vocale in cui canto “come tu mi vuoi” e il tuo ego si sarebbe fatto una sega perché guarda, l’ho trasformata come la volevo, sono proprio un manzo. Me lo potevi dire prima che volevi trenta donne diverse in un solo corpo e in una sola testa, che devono essere esattamente come vuoi tu esattamente nel momento in cui lo vuoi tu. Me lo potevi dire che il septum mamma mia arrapa una cifra perché sei così diversa, così alternativa, e tutti quei tatuaggi wow non hai paura del dolore sei ganzissima, però quando vieni a casa mia magari nascondi tutto che poi mamma si spaventa, e non glielo dire che ci siamo fatti le canne insieme che non lo sa mica che fumo, e questi capelli non puoi portarli più normali? Come ti ci porto a quella festa super chic? Mi raccomando meno parolacce, nemmeno a dirlo non bestemmiare, un po’ meno romana un po’ più italiana, e se volevi una normale potevi scendere sotto casa e chiedere di uscire alla cassiera del Conad. Me lo potevi dire prima che sei uno di quelli che “ma chi io? Io sono un signore” e poi invece chissà che hai raccontato agli amichetti tuoi, chissà che foto hai fatto vedere, che messaggi hai fatto leggere, che parole che ho usato contro di te hai poi usato contro di me. Me lo potevi dire prima che sei un uomo col mestruo, uno di quelli che si offende per un vaffanculo, un permaloso che si dimentica troppo spesso che la donna sono io, e come tale merito di essere trattata, che ogni tanto bisognerebbe solo chinare la testa e sì ho tutto il diritto di essere incazzata e di lanciare le frecciatine dove e come mi pare. Me lo potevi dire prima che per avere a che fare con te bisogna essere meno brave di te a scrivere perché ti metto in soggezione, io, che a scrivere sono talmente brava che non so nemmeno se soggezione si scrive davvero così e se è sbagliato non lo correggo nemmeno appunto perché così ti rendi conto di non averci mai capito un cazzo. Me lo potevi dire prima che volevi solo scopare perché chi ti dice che per me non fosse la stessa identica cosa? Ce lo dovevi scrivere a chiare lettere in quel contratto, dovevi scriverci tutto per filo e per segno e non farmelo scoprire così, di botto, capire d’un tratto che hai una doppia personalità e io di persona non ne so gestire una, figuriamoci due. Me lo potevi dire prima che sei uno di quelli che crede a tutto quello che legge senza capire che io poi la maschera me la tolgo, ma se dico che la maschera la indossi anche tu allora apriti cielo, se mi avessi detto tutto questo io ti avrei risposto che te l’avrei data lo stesso, che non c’era alcun bisogno dei sei bellissima, dei ti guardo da tempo, dei ma come scrivi bene ah sai che ti ho letto e ho pianto, non ti avrei raccontato le mie giornate e tu non mi avresti raccontato le tue. Me lo potevi dire prima che non ci saremo mai abbracciati, che i baci sono troppo intimi, che non dovevo sprecare tutte quelle belle frasi delle canzoni – che se solo andassi ancora al liceo scriverei sulla smemo – pensando a te. Me lo potevi dire prima che le donne sono solo svuota palle, avrei accantonato il romanticismo e usato più sfacciataggine, che guarda che dentro ce l’abbiamo tutte.
Insomma, che sei stronzo lo sai benissimo meglio di me, e quindi me lo potevi pure dire prima.