Quando l’industriale ottantenne era un ragazzo le politiche ambientali erano poca cosa. Esistevano movimenti naturalistici, che si coniugavano senza grande difficoltà al nazionalismo. In Germania il fenomeno era diffuso tra le associazioni studentesche.
Il mondo è cambiato è sicuramente il proprietario dell’acciaieria situata tra le case di Cavatigozzi e Spinadesco, per quante diffide e minacce di querela abbia scagliato a mezzo stampa, sa che dal 2006 esiste un codice dell’Ambiente, una legge particolare, che non ha l’obiettivo di impedire di lavorare bensì di integrare l’attività imprenditoriale nel giusto contesto. La regione non la applica.
Cremona non ha mai avuto il coraggio, con le proprie istituzioni, di compiere il proprio dovere.
È tardi per parlare di politiche ambientali, quando il pianeta è già avvelenato, segnato da devastazioni, usato come uno strumento da manipolare a piacere? Forse. Il Comune di Cremona, come anche l’amministrazione provinciale, non hanno mai fatto nulla per impedire questo scempio.
L’economia può essere vivace, le imprese possono perseguire i loro profitti anche in altri modi che spandendo diossina per decenni in quantità legali. Da tempo l’Arpa chiede, ad esempio, di risolvere il problema delle polveri diffuse. Da mesi l’osservatorio Arvedi ha promesso che entro l’estate il problema dei rumori sarebbe stato risolto.
Il raddoppio del gruppo industriale va ancora autorizzato dal punto di vista tecnico, la modifica sostanziale dell’autorizzazione integrata ambientale è ancora in corso.
Ma questo non importa nulla a 32 consiglieri comunali su 35. Due si sono astenuto, uno ha votato contro.
Non solo l’acciaieria spande diossine e varie polveri pericolose. L’intero territorio provinciale è sempre più sconvolto dallo snaturamento del suolo e dal suo sfruttamento privo di scelte strategiche all’altezza dei problemi, e privo programmazione, di adeguato controllo, in balia di iniziative private imponenti in piccoli paesi dove i cittadini non sono soliti fare aggregazione e battersi insieme.
Stoccaggi di metano, biogas e biomasse, centinaia di impianti, un numero enorme di automobili e ferrovie abbandonate a se stesse, idrovie mai sviluppate, asfalto e cemento al posto del verde, emissioni di vecchie caldaie, hanno fatto di Cremona una delle città più colpite dal cancro.
Non è colpa di una persona, ma di istituzioni pubbliche, di un sistema di poteri cittadini che non hanno mai detto i no e i sì che servivano per rendere più respirabile l’aria. A cremona si ammalano di bronchite persino i bambini sotto i 12 mesi, non per il freddo ma per lo smog. Arvedi non ha trovato una controparte. Gli enti locali si sono felicemente piegate alle sue esigenze senza pensare alle conseguenze a lungo termine. Lo stesso si può dire dell’inceneritore e di tante aziende insalubri di prima classe. Ma Arvedi è un simbolo. La sua medaglia d’oro pone fine a un’era storica di Cremona in modo inglorioso, senza dignità.
Il consiglio comunale ha lasciato fare di tutto alla Tamoil. E ieri ha premiato un produttore di diossina pronto a denunciare chiunque dica la banale verità che non riguarda solo lui.
Questa sarebbe la politica del Comune.
Conferimento al cav. Giovanni Arvedi del riconoscimento civico “Medaglia d’oro Città di Cremona”.
La proposta è stata illustrata dal sindaco Oreste Perri: Il Regolamento che istituisce il riconoscimento civico “Medaglia d’oro Città di Cremona”, approvato dal Consiglio Comunale nel febbraio 2004, all’articolo 1 dice testualmente:“Il Comune di Cremona, interprete dei desideri e dei sentimenti della cittadinanza, individua tra i suoi compiti quello di additare al pubblico encomio coloro che si sono distinti – in maniera straordinaria – nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport o con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico a favore della comunità cremonese”. Ho ritenuto di interpretare i sentimenti del Consiglio Comunale e dell’intera comunità cremonese proponendo alla Giunta Comunale, e oggi all’approvazione del Consiglio, il conferimento della Medaglia d’Oro Città di Cremona” al cav. Giovanni Arvedi
quale riconoscimento
del suo tenace ed instancabile impegno
in campo imprenditoriale e sociale
del suo sostegno
alle attività culturali e musicali della città
e del suo generoso mecenatismo
verso le istituzioni locali, soprattutto il Comune di Cremona,
testimoniando così concretamente
il suo grande amore per la Comunità cremonese.
Il recupero del Palazzo dell’arte a fini museali
ricavando nei suoi spazi il Museo del violino con annesso Auditorium
ed un padiglione espositivo per rassegne d’arte
costituisce l’ultima testimonianza di un immutato amore
verso la Città di Cremona
La attività del cav. Arvedi è a tutti nota. E’ impossibile elencare tutte le iniziative che lo hanno visto protagonista nella sua lunga carriera in ambito imprenditoriale, sociale e culturale. Mi limito, in questa circostanza, ad alcuni accenni che comunque tracciano il profilo di un imprenditore illuminato che è anche un grande mecenate. Innanzitutto in campo imprenditoriale. Il suo impegno sul versante della difesa dei livelli occupazionali è riuscito a rendere meno difficili e impattanti per la comunità cremonese le conseguenze di una situazione economica e sociale che sta mettendo in seria difficoltà molte famiglie. I recenti riconoscimenti ricevuti a livello internazionale non sono che l’ultima testimonianza di una lungimiranza in campo imprenditoriale, oltre che di un senso di responsabilità verso la città, che gli fanno onore, soprattutto nell’attuale frangente economico. Sia attraverso la Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini, sia attraverso il Gruppo Arvedi è impegnato a favore di diverse iniziative di carattere sociale mirate a sostenere i giovani nei loro studi sia attraverso l’istituzione di borse di studio per i figli dei dipendenti, sia attraverso contributi a scuole ed associazioni. Ricordo inoltre che, grazie ai fondi che ha messo a disposizione, si stanno completando i lavori di recupero dell’ex Casa di cura ‘La Pace’, complesso dove prenderà avvio un articolato progetto di assistenza per gli anziani del territorio. Entro l’anno ne è prevista l’inaugurazione. Sono sotto gli occhi di tutti l’impegno e la passione per la società sportiva Cremonese che si sono concretizzati anche attraverso la realizzazione della ‘Cittadella dello sport’ inaugurata lo scorso anno – con sei campi da calcio e tutti i necessari servizi ed infrastrutture connesse – che dà la possibilità ad oltre 300 ragazzi di allenarsi e gareggiare in un ambiente davvero di alto livello. Il suo fattivo sostegno ad altre discipline sportive permette a molti giovani di Cremona e del territorio di praticare lo sport, cosa che, diversamente non potrebbero fare, mettendoli nelle condizioni di mettersi in risalto esprimendo il loro talento. Il cav. Giovanni Arvedi ha sempre seguito le attività di restauro e arricchimento della Fabbrica del Duomo di Cremona: il restauro della facciata ed il rifacimento delle coperture, nel 1984 la donazione dell’organo monumentale Mascioni ed il restauro della relativa cassa in legno dorato e della cantoria. Non manca il sostegno all’attività musicale del Duomo di Cremona. Notevole l’impegno per il recupero di parti del patrimonio artistico della città, ad esempio il restauro totale della Chiesa di Santa Rita, uno dei gioielli dell’architettura religiosa cremonese. Da ultimo, in ordine di tempo, vi è il finanziamento della riqualificazione del Palazzo dell’Arte, uno degli edifici più significativi della moderna architettura razionalista, oggi sede del Museo del Violino, con un’ala dedicata ad esposizioni d’arte ed un auditorium la cui acustica è stata giudicata dagli esperti come tra le migliori del mondo. Il grande impegno profuso da Giovanni Arvedi in questo progetto così rilevante gli è valso, nell’aprile 2013, il conferimento, con decreto del Presidente della Repubblica, del diploma di benemerito della cultura e dell’arte. Per tutto questo ritengo che il conferimento del massimo riconoscimento civico sia il giusto attestato verso un uomo che molto si è speso e si sta spendendo per il bene di Cremona.
Dopo gli interventi dei rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, che si sono detti tutti favorevoli, il Consiglio comunale, con 32 voti a favore, 1 contrario e due astenuti su 35 consiglieri presenti (il voto è stato espresso a scrutinio segreto come da regolamento), ha deciso di conferire al cav. Giovanni Arvedi il riconoscimento civico “Medaglia d’oro Città di Cremona” con la seguente motivazione:
quale riconoscimento
del suo tenace ed instancabile impegno
in campo imprenditoriale e sociale,
del suo sostegno
alle attività culturali e musicali della città
e del suo generoso mecenatismo
verso le istituzioni locali, soprattutto il Comune di Cremona,
testimoniando così concretamente
il suo grande amore per la Comunità Cremonese.
Il recupero del Palazzo dell’Arte a fini museali
ricavando nei suoi spazi il Museo del violino con annesso Auditorium
ed un padiglione espositivo per rassegne d’arte
costituisce l’ultima testimonianza di un amore immutato
verso la Città di Cremona
Il Sindaco, con lettera dell’11 settembre 2013, ha candidato il cavaliere Giovanni Arvedi per l’attribuzione del riconoscimento civico “Medaglia d’oro Città di Cremona”. In tale lettera, corredata da un ampio curriculum dell’imprenditore Giovanni Arvedi dal quale si evincono le molteplici attività da lui svolte, vengono ampiamente esposte le motivazioni in base alle quali viene proposta la candidatura. La medaglia d’oro ed il diploma firmato dal Sindaco, nel quale è contenuta la motivazione della benemerenza, saranno consegnati al cav. Giovanni Arvedi in occasione di una solenne cerimonia che si terrà nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale. Il nome del cav. Giovanni Arvedi verrà iscritto – unitamente alle motivazioni – nell’apposito Albo conservato presso l’ufficio del Segretario Generale.
Modifica dell’articolo 13 “Pubblicità della situazione patrimoniale” del regolamento per il funzionamento della Giunta Comunale