Medici? forse

NATA CIECA E INVALIDA

Bergamo, ennesima lite in una sala parto

Una bimba albanese è nata invalida agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dopo una presunta lite tra due dottoresse per il cesareo. Secondo la denuncia presentata dal padre, Saimir Zekaj, 38 anni, operaio albanese da 16 anni in Italia, la moglie sarebbe stata lasciata due giorni in sala travaglio con dolori fortissimi. La bimba, nata al termine di una gravidanza tranquilla, è invalida al 95% e la madre non potrà più avere figli. Aperta un’inchiesta. (Fonte TGCOM)

A questo punto:

Ci si deve chiedere che cosa sta succedendo nelle sale “parto” degli ospedali italiani.

Ci si deve chiedere se la donna, lasciata urlare di dolore per 48 ore, anzichè un’albanese, fosse stata un’italiana, le cose sarebbero andate diversamente, siamo nel nord cosiddetto padano ed il dubbio viene.

Ci si deve chiedere se il Ministero della salute ha mandato qualche circolare agli ospedali, proibendo di eseguire parti cesarei.

Ci si deve chiedere se le due dottoresse ginecologhe non si sono accorte che il nascituro spaccava le pareti dell’utero della donna e nasceva in pancia, anzichè uscire per via vaginale. 

Ci si deve chiedere se, sulla pelle delle persone, sulla vita dei futuri nascituri, si possa litigare  ignorando le persone che debbono essere assitite e se è questa la deontologia professionale insegnata.

Ci si deve chiedere di chi sarà a carico quella povera creatura nata cieca, tetraplegica e incapace di nutrirsi.

Ci si deve chiedere come sarà la qualità della vita di questa sfortunata creatura. 

Ci si deve chiedere perchè nessuno paga, di propria tasca, errori professionali così enormi.

Ci si deve chiedere se i responsabili possono continuare a fare il mestiere di medico, oppure  se non sia meglio buttarli fuori totalmente e per sempre dalla professione medica.

Ci si deve chiedere come mai è stata aperta un’inchiesta a carico di “ignoti”. Significa che per 48 ore non c’era nessuno con nome e cognome in quella sala parto.  Solo la partoriente.