Lo sostiene il quotidiano Haaretz, citando una fonte ufficiale presente alla riunione di gabinetto che Netanyahu a tenuto nelle scorse ore coi suoi ministri. Al momento, l’offensiva verso Gaza sarà soltanto via aerea, ma è probabile che nei prossimi giorni procederà anche via terra. “L’offensiva terrestre è sul tavolo e le istruzioni del premier sono prepararsi ad una profonda, lunga, continua e forte campagna a Gaza”, cita il quotidiano.
Netanyahu avrebbe preso questa decisione soprattutto in seguito alle pressioni dei ministri degli Esteri e dell’Economia Lieberman e Bennett, leader rispettivamente di “Israel Beitenu” e di “Focolare Ebraico”. Costoro avrebbero infatti minacciato di togliere al Likud, il partito di Netanyahu, l’appoggio necessario a governare, se costui avesse continuato con “questa linea troppo morbida”.
La nuova offensiva aerea contro la Striscia ha già prodotto una trentina di feriti (tra cui donne e bambini) e 5 vittime (un combattente di Hamas e 4 passeggeri di un’auto che viaggiava nel centro di Gaza); si tratta della maggiore offensiva israeliana dal 2012.
Lo scopo di questa campagna militare è “scoraggiare in tutti i modi il movimento islamico”, e Netanyahu è impegnato da ore a telefonare ai vari leader internazionali, allo scopo di guadagnarsi il loro appoggio all’operazione. Tale operazione si chiamerà “Confine protettivo”.
Il leader palestinese Abu Mazen ha intimato a Israele di interrompere “immediatamente” l’operazione militare, e ha chiesto che la Comunità Internazionale intervenga “immediatamente, per far sì che la regione non piombi in un clima di ulteriore instabilità e distruzione”.
Sembra però che la questione stia davvero diventando incontrollabile: stanotte Gaza avrebbe lanciato in Israele ben 86 razzi, afferma Tel Aviv; 5 di essi sono stati rilevati dallo scudo anti-missile Iron Drone nei pressi delle città portuali di Ashdod e Ashkelon. Il movimento islamico ha detto che “la Resistenza è pronta a tutto”.
Si profila all’orizzonte un vero e proprio massacro.