“Falliti tutti i tentativi di consegnare alle autorità vaticane le firme per chiedere che Calcagno non partecipi al conclave. Ho sentito poco fa l’ambasciata italiana che invece ha dato la sua disponibilità a ricevermi. Vi terrò aggiornati sull’ora”
è l’ultimo messaggio di Francesco Zanardi, stavolta tramite Facebook, da Roma.
Divieti, discriminazioni, uso della forza. La chiesa cattolica non tollera nemmeno che Zanardi della rete l’Abuso consegni una petizione in Vaticano, sostenuta da 18mila firme. La petizione (una richiesta, nulla più che una domanda, non una denuncia o una manifestazione chiassosa) chiede che il cardinal calcagno non partecipi al conclave, perché, pur essendo a conoscenza degli abusi sessuali compiuti da un prete pedofilo poi condannato, non l’ha denunciato.
La chiesa non accetta alcun confronto. Si pone ben oltre, sopra tutte le leggi. Le religioni spesso si comportano così: giustificazione per fede, anche se ci sono vittime di abusi e violenze. L’Islam non è da meno.
La chiesa è una monarchia elettiva di diritto divino. Nel ventunesimo secolo resiste ancora un’assurdità giuridica simile che consente di chiudere le porte davanti a chi porta una petizione.
Il prete pedofilo, oggi spretatosi da tempo per propria scelta, è don Nello Giraudo, il suo caso è finito in tribunale a Savona. Domenico calcagno era vescovo di Giraudo, e ora è stato promosso in Vaticano allo Ior.
Altri due vescovi ha avuto Giraudo: Sanguineti e Lafranconi. Tutti tacciano, nel video delle Iene si vede anche un prete che ride, un altro dice che: “Non parliamo come non parlano i genitori”. Ma alcune vittime hanno parlato e denunciato, altri preti hanno parlato e dichiarato di aver avvisato i tre vescovi.
Allora come intende la chiesa cattolica sradicare la vergogna orripilante di un crimine come la pedofilia? Trasferendo i preti pedofili in comunità di minori disagiati? Vogliamo ricordare che cos’è successo nell’istituto Boscolo di Verona, che ospitava minori sordomuti?