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Medioevo prossimo venturo, ma mica tanto

Da Marcoscataglini
Medioevo prossimo venturo, ma mica tanto
"Medioevo prossimo venturo" si intitolava un saggio di Roberto Vacca sulla degenerazione sociale, tecnologica e culturale delle società del futuro. Ma che idea abbiamo del medioevo? Di un'epoca oscura e buia, priva di valori per noi importanti come libertà, diritti, democrazia, e così via. Nel medioevo, si dice, le cose andavano solo in un modo: come il despota di turno (imperatore, re, feudatario, vescovo) decideva. Niente discussioni: obbedire e basta. E per coloro che osavano ribellarsi, c'erano la gogna, la frusta o la morte (previa tortura). Oggi invece è tutta un'altra cosa. Certo, qua e là, ancora oggi, una donna può essere messa a morte (per lapidazione) se tradisce il marito (non vale il contrario, è ovvio); chi si illude di poter esprimere liberamente il proprio pensiero, magari contro le multinazionali del petrolio che uccidono il proprio paese, può essere impiccato (Ken Saro-Wiwa docet) senza tanti complimenti; beh, ogni tanto capita che per imporre il pensiero dominante (ooops, pardon: volevo dire il pensiero democratico e corretto dell'occidente) sia necessario fare qualche strage di civili (ooops, volevo dire: fare qualche danno collaterale); ed è vero che ogni tanto qualcuno, anche in Italia, propone falò di libri indigesti... ma insomma, davvero le cose sono profondamente cambiate. Certamente lo sono, non appartengo a quelli che sostengono che si stava meglio quando si stava peggio. Semmai faccio parte di quelli che credono che la "bestia umana", sotto sotto, non perda mai il pelo, e continua a ricercare l'unica cosa che è davvero importante, da quando l'Homo sapiens ha sbaragliato il suo cugino Neanderthal, ovviamente massacrandolo: il potere. E la ricchezza, che ne è la conditio sine qua non. Non è che, insomma, la base di partenza sia cambiata molto. E, chissà, magari la crescita della complessità sociale qualche problema lo crea eccome. Tom Hodgkinson, nel suo libro "La libertà come stile di vita", riporta un testo medievale (XIV secolo) in cui si illustra un tariffario delle espiazioni dei peccati, del tipo: "Alice Gosse ha fornicato con William Overhawe; multata di 6 scellini". Non lapidata, non frustrata, non mandata al confino. Una multa e via. Certo, il concetto di privacy non esisteva! Secondo Le Goff, nel medioevo il valore di riferimento per larga parte della società era il lavoro: "gli uomini del medioevo... hanno valorizzato sempre di più il lavoro, strumento di riscatto, di dignità, di salvezza, collaborazione all'opera del Creatore che, dopo aver lavorato, il settimo giorno si è riposato". La Camusso sarebbe stata contenta, non c'è dubbio! E Hodgkinson, chiosa: "i principi del lavoro erano: che doveva essere creativo, di alta qualità,  che non se ne doveva fare troppo, che bisognava mettersi d'accordo sul prezzo, prendersi cura dei colleghi e non competere con loro". Forse i secoli oscuri non erano così oscuri. Forse oggi, se solo allarghiamo lo sguardo dalla nostra piccola enclave occidentale verso il resto del mondo, le ingiustizie, la violenza, la povertà, la fame sono lì a dimostrare che non il medioevo, ma l'idea che noi abbiamo di questa epoca storica, non è mai davvero finito e che mentre ce ne andiamo a spasso tra le stelle e facciamo scampagnate sulla luna, c'è gente che muore o viene torturata solo per una colpa, per quanto grave: aver avuto un pensiero, un'idea, un'opinione. E nel nostro piccolo, qui in Italia, stiamo conoscendo un nuovo periodo oscuro: non ci sono gogne e fruste, se non mediatiche, ma di nuovo siamo invischiati in questa melma appiccicosa che si chiama sete di potere, voglia di apparire o di contare qualcosa. Con il sole basso, anche i nani proiettano ombre da giganti. Il pensiero, la cultura, la capacità di giudizio e l'equilibrio nelle opinioni non contano più nulla. Una risata ci seppellirà, ovviamente scaturita dalla solita barzelletta idiota. Medioevo prossimo venturo? No, Medioevo presente, e insopportabile.

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