Questa della meditazione, direttamente importata dal buddismo magari occidentalizzato, un po’ come lo yoga o addirittura il Kamasutra, sta diventando una moda sempre più diffusa.
I civilizzati uomini e donne delle contrade europee e nord americane sentono evidentemente l’insufficienza o l’inadeguateza della Kultura dei propri paesi, e la mancanza di un orizzonte spirituale limpido li fa approdare ad altre dottrine. Altri testi, altri guru, altre pratiche ( e dire che in campo cristiano per chi volesse dedicarvisi con un minimo di serietà e convinzione, le strade per approfondire la propria intimità e coltivare lo studio dell’anima non mancano di certo).
Le nuove tendenze dilagano sul web i giornali le tivù la radio e le rubriche dei settimanali trendly, sicché qualsiasi provincialotto, senza differenza di genere (com’è d’uso ormai da qualche lustro, imponendosi la regola dell’indifferenziazione per tutte le specificità in primis sessuali, si sente abilitato a dare lezioni al prossimo con il suo stile di vita avanzato e coerente con i canoni del lifestyle corrente, quello cioè della scimmia ammaestrata.
E’ frequente, in questi tempi sbrindellati, incappare nel neofita o nella neofita di turno che si atteggia a femme savante o meglio a miss so tutto io e quel che faccio è perfetto manco a dirlo!.
Leggiadre e meno leggiadre figure femminili, stufe di spadellare in cucina o di rassettare la propria dimora, hanno scoperto che per non passare del tutto inosservate, è d’uopo mettere in mostra la propria conoscenza di testi orientali, l’ iscrizione all’ultimo club del sutra del loto, la militanza a favore degli animali, dei derelitti, di piante ed alberi esotici, la preferenza per il tè verde o nero, e soprattutto l’ inclinazione per la meditazione, a dispetto della società dei consumi, salvi, beninteso, i film d’autore o quelli d’essai, le allegre serate con gli amici a base di birra ed hot dog ed altre piacevoli amenità da radical chic.
Insomma è un immenso potpurrie carnevalesco quello che la società odierna, anche in paesi affaticati dalla crisi come l’Italia, ci presenta nel più puro stile globalizzato…
Eh sì, proprio globalizzato.
Perché, infatti, chi volesse seriamente meditare ed occuparsi con intima completa adesione delle dottrine sapienzali, non dovrebbe avere tanti altri spazi imposti dal vivere mondano.
Si medita e basta.
Chi è impegnatissimo nel fare. Nell’attivarsi in iniziative politiche, simil culturali ed intellettuali e nel contempo sbava il venerdì sera per la pizza o il sushi o il ristorantino cinese ed il capolavoro di Paolo Virzì, forse farebbe bene a lasciar perdere i mantra e i circoli filo-buddisti e rassegnarsi ad essere quello che è. Un borghesuccio piccolo piccolo.
Archiviato in:Costume e società Tagged: buddhismo, mantra, meditazione, pseudo cultura, trend