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Meditazione dell'Amore Compassionevole

Da Genna78
Meditazione dell'Amore Compassionevole
Ciao,
sapevi che provare “amore e compassione” per le
creature che abitano la terra può farti sentire più
felice e darti “una marcia in più”? No tranquillo
non voglio iniziare a parlarti di discorsi in stile
newage... ma portarti una serie di dati che negli
anni ho raccolto che indicano quanto svolgere
questo esercizio (quello che stai per ascoltare)
può portare enormi benefici. Il tutto nasce da
quella che viene chiamata: “meditazione
dell'amore compassionevole”...
...buon ascolto
Sei riuscito ad ascoltarlo? Se conosci il mondo della
meditazione di certo già conoscevi questa tipologia
di meditazione. Secondo alcuni si tratta della tecnica
più potente in assoluto per diventare felici. Quando
ti ho parlato degli studi sull'accumulo delle ore di
meditazione sono rimasto sbalordito dal sapere
che gli scienziati avessero decretato la presenza
degli “uomini più felici della terra”...
...lo so sembra una barzelletta, ma come dicevamo
per Metthieu Ricard (il primo uomo giudicato come
the most happiest person) anche altri – guarda
caso monaci – sono stati decretati “felicissimi” :)
Come hanno fatto i ricercatori? Hanno basato le
loro scelte sui parametri fisiologici che vedevano
dalle macchine collegate ai monaci mentre
stavano meditando.
A questo punto sorge una domanda: “a che cosa
stavano pensando quei monaci?” ebbene tutti
alla stessa cosa “alla compassione”. Cioè come
dice Thupten Jinpa (traduttore del Dalai Lama):
la compassione è uno stato mentale provvisto
di un senso di preoccupazione per la sofferenza
degli altri e dell'aspirazione a far si che quella
sofferenza venga lenita”.
Quindi non il semplice “soffrire insieme” ma il
desiderio genuino che quella sofferenza possa
cessare. Nella storia del Buddhismo questi
concetti sono assodati da millenni ma solo in
questi anni sappiamo che, provare questo tipo
di “pensiero” è la chiave per la realizzazione
personale (in termini dottrinali) ed è anche una
della strade migliori verso la “felicità”.
E' facile immaginare che se le persone avessero
questa forma mentis ci sarebbero molti meno
problemi nel mondo:) Le religioni ci hanno più
o meno provato tutte a spiegare questi concetti
in forme differenti. Tuttavia è singolare che
anche la scienza ci dica la stessa identica cosa,
cioè che chi si allena a provare attivamente
amore e compassione diventa “più sereno”.
Come sempre nel podcast ti ho detto un sacco di
cose frammentate, perché è impossibile rendere
bene la grandezza di questi concetti. Ma se hai
la pazienza di leggermi fino in fondo avrai un
altro piccolo tassello per comprendere la reale
importanza di questo tipo di meditazione.
Questa meditazione può essere fatta in moltissimi
modi, vediamo qualcuno insieme:
1) Meditando: è ciò che ti ho raccontato nell'audio,
di metterti li, meditare, aprirti alla consapevolezza...
ed ogni volta che emerge un giudizio negativo o un
qualsiasi pensiero, inviargli amore e compassione.
Questo puoi farlo ogni volta che, durante la tua
pratica di meditazione quotidiana, emerge qualche
giudizio negativo.
2) Meditando sulla compassione: qui invece scegli
di meditare proprio sulla compassione, per cui
richiami alla mente situazioni e persone che a cui
dedicare la tua attenzione. Si tratta della forma che
hanno utilizzato i meditanti “olimpionici” dello
esercizio che ti descrivevo poco fa.
3) Come esercizio cognitivo: anche il solo e semplice
fatto di “sapere” che inviare amore e compassione fa
bene...ti fa bene. Provalo con “le cose piccole”! Se
qualcuno ti taglia la strada prova a pensare “che tu
possa essere felice ed in pace, che tu possa essere
sereno e privo di dolore”... rivolgigli una preghiera
invece che un “anatema” (maledizione).
Quest'ultimo modo, quello “cognitivo” è anche
quello meno efficace e fra virgolette pericoloso.
Pericoloso per chi? Per chi lo pratica, perché se
da un lato “fare come sè” ci aiuta a dare avvio
ad una serie di reali cambiamenti dall'altro,
“fare troppo finta di” può portarci a mettere
da parte sentimenti ed emozioni che invece
dovremmo provare e vivere...
...se ad esempio abbiamo bisogno di arrabbiarci
con il nostro capo, è inutile continuare a fare
finta di inviargli l'amore compassionevole. O
ci si riesce in stato di meditazione, quindi in
modo genuino (e disidentificato) oppure farlo
razionalmente potrebbe diventare una sorta
di fuga dal reale problema. Che nel nostro
esempio sarebbe far valere noi stessi
davanti al capo.
E' questo il bandolo della matassa più importante
in questo esercizio. Il concetto senza il quale la
meditazione dell'amore compassionevole diventa
una semplice tecnica. Invece è qualcosa di molto
più profondo. E' la modalità per avere una reale
esperienza di quanto “amore e compassione”
possano incidere sulla nostra vita. Facendo
pratica te ne renderai conto ed allora potrai
usarla anche “come tecnica” ;)
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A presto
Genna


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