Meditazione - “Meditare? Non ci riesco”

Da Teatromoderno

Sei delusa/o? Hai l’impressione di non riuscire a meditare?
Che stai solo perdendo tempo perché i pensieri si accavallano costantemente?
Ho una buona ed una cattiva notizia per te. In questo articolo scoprirai come “riuscire” a meditare più facilmente e serenamente.
Insomma: come Semplificarsi la meditazione e riuscire a meditare sempre!

Il punto è sul significato della parola “meditazione” o meglio ancora le aspettative che hai rispetto a quando mediti.
Avere una motivazione può essere bello ed utileallo stesso tempo ti può spingere a “giudicare” la meditazione che stai facendo.
Quindi avere motivazione a meditare è molto utile per meditare. Avere aspettative può portare a delle delusioni. Puoi dividere i due momenti e riconoscerli.
Quando hai un’aspettativa la meditazione finisce per essere contaminata dal tuo giudizio, dalla tua aspettativa, perdendo il suo significato originario: “stare con le cose cosi come sono”.
Facciamo un esempio:La mia motivazione è: “Medito per essere più calmo” Benissimo questo è quello che mi spinge a meditare!
Il problema è se ne faccio anche una aspettativa, cioè se mentre medito mi aspetto di essere più calmo. A quel punto non medito più. Non osservo più le cose come stanno: le voglio cambiare. Se sono nervoso voglio trasformare lo stato delle cose e pretendo di essere più calmo. Questo non è meditare, né mi calmerà!
Me ne sto lì a dire: “Ma come con la meditazione dovrei stare calmo/a e invece sono pieno/a di pensieri che mi innervosiscono”. Lo “scopo” vero, la vera aspettativa dovrebbe essere quella di osservare quello che c’è! C’è agitazione? Ci sono i pensieri? Bene, osservali!!!
Per questo la meditazione riesce sempre!!Non è possibile che una meditazione non riesce!! Anche quando ci sono i pensieri: perché non c’è nulla da cambiare, va bene tutto esattamente così come è. Stai semplicemente con quello che c’è.
È la differenza tra chi studia e osserva le formiche (l’etologo) rispetto a uno scienziatoche fa un esperimento con le formiche, lo scienziato smette di osservare le formiche e si focalizza sul risultato che si aspetta di ottenere dalle formiche.
Il primo conoscerà le formiche per quello che sono realmente in natura, il secondo solo gli esiti del suo esperimento (peraltro per lo più già prefissato e programmato).
Se non lo hai ancora letto ti consiglio caldamente questo articolo: La meditazione, una pratica considerata “poco pratica” – il giudizio
Mentre mediti una piccola dose di “sforzo”può essere utile, ma può essere dannosa se eccessiva e malevola anziché benevola: Mediti per farti del bene e volerti bene (a te e agli altri), non per volertene a male se non soddisfi le tue aspettative.
Lo confesso anche io ho faticato molto (e fatico ancora un poco) a trovare un equilibrio tra queste cose. Ho notato che a oggi l’elemento che mi aiuta è prenderla con benevolenza nei miei confronti e maggiore leggerezza.
Ti racconto una storia molto carina (pare sia veramente accaduta):
Un certo Siddharta Gautama se ne stava vicino a un ruscello a meditare, i suoi sforzi ripetuti durante gli anni lo avevano consumato nel corpo e nell’anima. Gli sembrava di essersi infilato in un vicolo cieco.
In quel momento nel fiume passa una barchetta – oggi potrebbe essere anche un canotto – dentro un musicista stava insegnando all’allievo a suonare il liuto – oggi potrebbe essere la chitarra- Siddharta catturò uno stralcio di quello che il musicista stava dicendo, improvvisamente capì il suo errore e tutto gli sembrò più chiaro!
Il musicista disse: “Vedi se vuoi ottenere della musica da questo strumento le corde devono essere tese ma non troppo. Se sono poco tese il suono è stonato, se sono troppo tese le corde si spezzano. Ci vuole una via di mezzo quando sei nella via di mezzo lo strumento è in grado di suonare”
Siddharta capì che lo sforzo, pur sempre utile finiva per essere deleterio se esasperato, praticò “la via di mezzo”, applicò “il retto sforzo”, raggiunse il suo obiettivo, diffuse “la via di mezzo” e oggi, dopo 2.500 anni “La via di mezzo” di Siddarta viene ancora studiata ed applicata in tutto il mondo.
A proposito quell’uomo oggi viene ancora rappresentato in posizione di meditazione. Se pensi ad un tipo che se ne sta seduto in meditazione chi ti viene in mente? Buddha? Ecco quello è il soprannome che dei bambini gli attribuirono dopo che raggiunse il suo obiettivo la realizzazione!
Lo confesso non mi piace chiamarlo Buddha, perché si finisce per pensare a una religione o a Siddharta come a un Dio, e pensare che come te e me faceva fatica a vivere la vita di tutti i giorni, conosceva il dolore e che una volta diventato Buddha (e conosciuta la via di liberazione dal dolore) chiese esplicitamente di non venerarlo e di non fare delle statue con la sua immagine… (in effetti per 300 anni sono riusciti a non farne: adesso sono anche nelle case degli italiani) Ci teneva a ricordare che anche tu –ed io-, proprio come lui, puoi realizzare la tua vita seguendo la via di mezzo..
Mi riconosco pienamente in quello che ha scritto Federica, una lettrice di FeliceAdesso.com, e che potresti benissimo avere scritto anche tu:
Ciao Claudio,mi avevi chiesto un feedback dopo una settimana, ho ritardato di un giorno non perché mi sono dimenticata, ma perché speravo di avere un'esperienza più positiva oggi e rimandarti la mia soddisfazione.
Invece le cose vanno sempre peggio, sapessi quanto è diventato difficile anche solo sedersi a meditare, credo che in fondo ci sia anche una velata paura a non riuscirci, però più sono stressata e meno me la sento, quando comincio sono invasa da una tempesta di pensieri che mi stendono.
Lo so bene che più mi sento così e più avrei bisogno di meditare, l'ho provato sulla mia pelle,
perché dopo la meditazione sento una strana serenità quasi senza motivo e rimango con il sorriso per ore. è bellissimo (ok, c'era anche la notizia positiva).”
Ecco come rispondo a Federica:
“ok Federica, mi dispiace deludere le tue aspettative... MA SEI SULLA BUONA STRADA!! Succede proprio così, i pensieri continuano ad accavallarsi -per quanto ogni meditazione è diversa- puoi anche avere delle meditazioni in cui i pensieri si affievoliscono, la stragrande maggioranza delle volte i pensieri continuano ad accavallarsi.
Ti assicuro che già il fatto che con infinita pazienza (e accettazione anche di questo fenomeno) TI ACCORGI che stavi pensando, in quel preciso momento: sei CONSAPEVOLE.
E questo allenamento te lo ritrovi anche durante la giornata. CONTINUA COSI' Il maestro del mio maestro (e quanti maestri!) diceva: "basta una semplice espirazione o una inspirazione fatta in consapevolezza per giustificare una intera giornata di meditazione"
Evita di adagiarti troppo, continua con un leggero sforzo, ma evita di sforzarti troppo. Vogliti bene. Ogni volta che ti accorgi di un pensiero puoi gioire di essertene accorta anziché dispiacertene. Se non te ne fossi accorta non ne avresti sofferto ma saresti rimasta inconsapevole. Il segnale è proprio quello: quando te ne accorgi ne sei consapevole. Ottimo.
Che sta funzionando lo vedi durante il giorno. Sarai sempre più consapevole di cosa sta succedendo in te e dentro di te, e... vedrai i colori con un’altra luce... forse sto esagerando... ma, ne sono convinto, quando ti succederà, se non ti è già successo, riconoscerai il senso di queste parole.
Ancora una nota sull'accavallarsi dei pensieri. Succede anche che quando sei più consapevole vedi meglio quello che c'è (ovvio fino a qui) e quindi anche tutti di pensieri di cui siamo soliti esserne condizionati e che c'erano anche prima, solo che non li notavi...
Sei sulla buona strada, non aspettarti altro, anche quando farai delle meditazioni che ti fanno vivere dei momenti unici, tutto va e viene, abituati anche al pensiero, osservalo, fa parte di te.”

La cattiva notizia? I pensieri continuano!!!!Non smettono, anzi più ne diventi consapevole più ne vedi! Certo ci sono delle persone che dopo molta pratica sanno pensare “solo” quando vogliono. Usano i pensieri e riescono a non esserne dominate!
Ma io e te, dovremmo prima allenarci a starci con i pensieri, per vedere meglio come funzionano, solo quando li avremmo visti bene e capito bene come funzionano ci sarà naturale usarli.
Ci può volere molto, molto tempo e, sicuramente, infinita pazienza.
La buona notizia? Va bene così! È proprio questa la strada giusta: stare con le cose che ci sono! Ci sono i pensieri? Benissimo! Accettiamoli, accogliamoli ed osserviamoli. Va bene così come è. Tutto è perfetto così come è: non c’è bisogno di cambiare nulla!
Ricapitolando:
  1. Il “retto sforzo” non vuol dire che la corda deve essere troppo tesa.
  2. Che ogni volta che ti accorgi di un pensiero, ne sei consapevole: gioisci della consapevolezza acquisita anziché dispiacerti di avere avuto un pensiero (uno? Mille!!!) quello è normale, il difficile è accorgersene, e tornare ad essere testimoni in prima persona della propria vita!!
  3. Vogliti bene: sviluppa la pazienza e vogliti bene.
  4. I pensieri fanno parte di te, accettali! Falli tuoi: l’alternativa e che i pensieri ti fanno loro. Più li ostacoli, meno ne sei consapevole e più ne sei in balia, senza nemmeno rendertene conto. Più te ne rendi conto, più pensieri vedrai. Più ne vedi, più ne sei consapevole. Ci sono! Va bene così.
  5. Può aiutarti ripetere queste parole: “Tutto è come deve essere: non c’è bisogno di cambiare nulla”

In questo articolo ti ho consigliato anche:La meditazione, una pratica considerata “poco pratica” – il giudizio

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