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Medvedev: “Ecco perchè non mi sono candidato”

Creato il 03 ottobre 2011 da Alessandroronga @alexronga
Medvedev: “Ecco perchè non mi sono candidato”

Il presidente Medvedev durante l'intervista

In una lunga intervista a 360 gradi, rilasciata venerdì ai direttori generali dei tre principali canali televisivi russi, Dmitrij Medvedev ha spiegato il perché della scelta di non correre per la presidenza russa nel 2012. La “sfida” in fatto di popolarità con Putin, la maturità della democrazia russa, il licenziamento del ministro delle Finanze Kudrin, le forze di opposizione, ma anche Internet come strumento di pressione politica nel XXI sono stati oggetto di discussione con Konstantin Ernest del Primo Canale della TV di Stato, con Oleg Dobrodeev dell’emittente pubblica Rossija TV e con Vladimir Kulistikov, dell’emittente privata NTV. Ecco il contenuto integrale dell’intervista trasmessa.

Presidente, la settimana scorsa c’è stato un evento importante e attesissimo: Russia Unita ha indicato Vladimir Putin come candidato alla presidenza. Molti si chiedono perchè. Il suo indice di gradimento è alto, lei è un politico giovane, energico e con una buona reputazione. Qual è stato il motivo principale dietro questa decisione? Di solito, i presidenti in carica cercano la rielezione. Lei è un politico, e i politici sono persone ambiziose. Qual era la sua ambizione nel prendere questa decisione? (Konstantin Ernest, Primo Canale)

La mia più grande ambizione è quella di essere utile al mio Paese e alla mia gente. Ciò può sembrare un po’pretenzioso, ma è vero. Se non si ha questa ambizione, non si dovrebbe entrare in politica. Ci si dovrebbe concentrare su qualcos’altro, invece della politica o della cosa pubblica. Per quanto riguarda le mie ragioni, da un lato sono evidenti, dall’altra ci sono sempre molte domande a proposito. Vorrei sottolineare che sia per me e che per Vladimir Putin, la priorità è quella di essere utili alla nostra patria, alla nostra nazione. Tutti e due apparteniamo alla stessa forza politica. Sia Vladimir Putin e che Dmitrij Medvedev sono stati candidati per la presidenza – prima lui, poi io – da Russia Unita. Rappresentiamo  ed apparteniamo alla stessa forza politica e le nostre opinioni sono molto vicine. Naturalmente, possiamo essere diversi a livello personale, ognuno di noi ha le sue abitudini. Ma i nostri punti di vista sono molto vicini sulla maggior parte delle questioni strategiche che riguardano lo sviluppo del Paese, e su molte altre questioni.
Quindi, se condividiamo le stesse idee, dovremmo competere l’uno contro l’altro? Dobbiamo discutere e litigare? Ho letto alcuni pezzi da parte degli analisti politici che sostanzialmente dicono: “Perché non vanno nell’arena politica a combattersi fino alla fine? Perché non hanno una rivalità aperta? “.
Ma in qualsiasi parte del mondo non va così. Persone che rappresentano la stessa forza politica decidono sempre tra di loro chi correrà per questa o quella carica. In alcuni paesi utilizzano le primarie per questo scopo. Noi in Russia non abbiamo molta esperienza con le primarie, anche se abbiamo visto esempi positivi. In alcuni paesi, la decisione è presa semplicemente in un congresso di partito o dagli stessi leader.
Ve li immaginate Barack Obama e Hillary Clinton in guerra tra loro? Sarebbe impossibile. Ricorderete che entrambi hanno cercato la nomina a presidente dal Partito Democratico, e la decisione degli elettori democratici americani si basò su chi avrebbe potuto ottenere i risultati migliori. E in questo modo noi abbiamo preso la nostra decisione. Certo, è bello sapere che la gente ha fiducia in me come presidente e che il mio indice di gradimento è molto alto, specie in circostanze attuali. Ma so anche che il Primo Ministro Putin in questo momento rimane senza dubbio il politico più popolare nel nostro Paese, e che il suo gradimento è ancora più alto. In qualche modo, la gente tende a dimenticarlo. Queste possono essere solo considerazioni di carattere pratico, ma ogni politico dovrebbe prestarvi molta attenzione, se vuole davvero essere utile al suo Paese e non solo combattere contro altre persone. Infatti, questo è esattamente ciò che la gente spesso vorrebbe che noi facessimo: farci diventare nemici ed entrare in un confronto aperto sulla scena politica. Questo almeno è il genere di indicazione che sento provenire da parte dell’opposizione e da alcuni analisti politici.
Lasciate che vi dica: questo non accadrà. Quello che cerchiamo è un risultato politico. Vogliamo vincere le elezioni, sia quelle parlamentari di dicembre e che quelle presidenziali di marzo, e non solo per soddisfare le nostre ambizioni. Ogni persona responsabile dovrebbe avere l’ambizione di servire il proprio paese. Lo credo fermamente.

A proposito dei suoi progetti per il 2012, lei ha rilasciato una serie di interviste negli ultimi mesi in cui ha lasciato intendere di non aver escluso la possibilità di correre per la Presidenza. Per quale motivo? Aveva davvero quest’intenzione? O semplicemente non ha voluto comunicare prima del tempo la decisione che ha poi preso insieme a Putin? (Oleg Dobrodeev, Rossija TV)

Lasci che le dica – e, naturalmente, mi rivolgo a tutta i nostri connazionali -  con assoluta franchezza: abbiamo a che fare con questioni di pratica politica e di governance. Tutto può cambiare in questa vita. E’ vero che da molto tempo il potere era strutturato affinchè i nostri concittadini ci dessero fiducia nel 2011 e 2012. Lo abbiamo detto al Congresso del Partito. Ma allo stesso tempo gli eventi avrebbero potuto prendere una piega inaspettata e stravolgere i nostri piani. Che cosa succede se le preferenze degli elettori, per qualche motivo, cambiano? Dovevo tenerne conto.
Vladimir Putin ed io stiamo mantenendo le due massime cariche dello Stato, quella di Presidente e di premier, e dobbiamo essere sostanzialmente un back-up l’un per l’altro, perché dopotutto siamo persone normali. Perciò, quando ho detto che non escludevo la possibilità di candidarmi, non stavo ingannando nessuno. Gli eventi avrebbero potuto prendere una piega inaspettata. Ma abbiamo sempre avuto una certa intesa tra noi.
In realtà, credo che in ogni caso dovremmo riuscire ad attuare i nostri piani attuali, anche in futuro dobbiamo sempre pensare a che cosa fare in varie situazioni difficili che non possiamo prevedere nel loro insieme. È per questo che ho detto quello che ho detto.

Presidente, ora qualche parola sul Congresso di Russia Unita. Mi ha stupito, in primo luogo, l’enorme numero dei partecipanti. (Vladimir Kulistikov, NTV)

Stiamo imparando dai nostri colleghi stranieri.

Esattamente!  Mi è sembrato tutto molto lontano dalla nostra tradizione politica, con tutte quelle telecamere, striscioni e bandiere. Allo stesso tempo, l’atmosfera era molto calda, accogliente, e, oserei dire, intima. Alle tavole rotonde, i partecipanti hanno parlato di temi che gli stavano a cuore. Poi, per coronare il tutto, due figure molto importanti sono apparse e hanno detto di aver concordato su come distribuire i due principali ruoli di governo tra di loro. Molta gente ha visto questo e ha detto: “È stato tutto già deciso. Perché spendete denaro per le elezioni? A che servono, se tutto è stato deciso?” (V.Kulistikov, NTV)

Innanzitutto, sono d’accordo che l’atmosfera era molto calda. Ho partecipato a diversi eventi, e vi assicuro che non si tratta di pantomime, e non importa quello che dicono alcuni (i comunisti, ndr), non importa quanto questo Congresso possa ricordare loro i congressi del passato. L’atmosfera di fiducia c’era davvero, su questo lei ha ragione. Ma quelle idee di cui lei ha parlato le considero assolutamente irresponsabili, fuorvianti e persino provocatorie. Di cosa sta parlando? La campagna elettorale è appena iniziata. Proviamo a farci una semplice domanda: cosa succede se il nostro popolo respinge sia Medvedev e che Putin, quali frutto di decisioni prese dal congresso? Nulla, queste decisioni sono soltanto raccomandazione del partito di votare per queste persone, tutto qua.
La scelta è fatta dal popolo, e queste non sono semplici parole di circostanza: è assolutamente vero. Qualsiasi politico e ogni forza politica può perdere le elezioni. Lo abbiamo visto accadere più e più volte, sia nel nostro paese che all’estero. Tutto può succedere. Cosa vuol dire, “tutto è stato deciso”?
Immaginiamo per un secondo l’esistenza di un accordo con Gennadij Zjuganov, Vladimir Zhirinovskij, Sergeij Mironov e altri per non farli candidare alle elezioni in modo da lasciare campo aperto a noi: questa sì che sarebbe una vera farsa. Ma loro si candideranno e prenderanno parte alla tornata elettorale, sia nel mese di dicembre che di marzo. Parteciperanno alle elezioni della Duma, e hanno anche ambizioni presidenziali. Facciamo scegliere alla gente per chi votare. Solo gli elettori possono prendere l’ultima decisione, votando per un candidato o per una forza politica, o bocciandola. Questo è ciò che significa democrazia.

Lei è è capolista di Russia Unita. Quanto si sente personalmente coinvolto nella campagna elettorale?  Chi altri, o cos’altro, Russia Unita utilizzerà per la sua campagna elettorale? E si aspetta che questa campagna sarà molto dura? (K. Ernest, Primo Canale)

Sì, sono capolista perchè il partito mi ha chiesto di esserlo, ed è stata una decisione molto seria per me. Innanzitutto perchè era stata Russia Unita a nominarmi per la presidenza. In secondo luogo, ho lavorato insieme a Russia Unita tutti questi anni, con il partito sempre a sostegno delle iniziative del Presidente. Pertanto, Russia Unita è sicuramente più vicina a me di tutte le altre forze politiche. Come presidente, rappresenta per me una grande responsabilità il fatto che Russia Unita abbia preso questa decisione. Mi aspetto che il partito vinca, e mi aspetto che la nostra gente faccia la propria scelta alle elezioni.
Allo stesso tempo, vi ricordo che io sono ancora presidente. Ho molte responsabilità, sia a livello nazionale che internazionale. Perciò, ovviamente, non ho intenzione di occuparmi di alcuna attività di campagna elettorale. La gente dovrebbe valutare il presidente e il governo in base al loro operato. Se vedono che le cose stanno andando bene, voteranno di conseguenza. Se vedono che la dirigenza sta facendo qualcosa di sbagliato, che voteranno contro di essa. Questo è il significato della democrazia.
Perciò, farò il mio dovere. Allo stesso tempo, sono sicuro che ci sarà una dura competizione. Dura, ma si spera corretta, ed abbiamo i meccanismi giuridici necessari a garantire tutto questo.

Presidente, penso che la mia prossima domanda sia di grande interesse per molti etnografi politici. Ci sono state molte speculazioni su questo. Perché ha annunciato la sua decisione ora, e non dopo le elezioni alla Duma? Conosciamo tutti bene il nostro Paese. Sappiamo tutti quanto i nostri burocrati restano sempre di sasso quando vengono a sapere di tali decisioni. Non pensa che il nostro intero sistema amministrativo, la nostra intera burocrazia possa rimanere bloccata e in attesa per tutto il tempo? (O. Dobrodeev, Rossija TV)

Sarebbe molto male, perché ognuno dovrebbe lavorare come un orologio fino alla scadenza del mandato presidenziale e alle dimissioni del governo. Allo stesso tempo, è vero che una tale decisione dovrebbe essere annunciata al momento opportuno, altrimenti i burocrati possono dare di testa. Accade anche questo. Penso che abbiamo fatto questo annuncio non troppo presto e non troppo tardi. Allo stesso tempo, dobbiamo fare in modo che tutti facciano il loro lavoro diligentemente, e responsabilmente si occupino di attività amministrativa piuttosto che di intrighi politici. Ciò vale sia per il Presidente della Federazione Russa, sia per il governo che per tutte le altre agenzie governative.

Presidente, ribadisco che molte persone erano annoiate. Si sentivano come se tutto fosse stato deciso. Ma la noia è durata solo per qualche ora, fino a che il ministro delle Finanze Kudrin è stato licenziato. Le sue dimissioni sono state del tutto inaspettate. Ancora una volta, girano versioni diverse su queste dimissioni. Alcuni dicono che era fuori dalla linea politica del governo, e che, ovviamente, era un problema di disciplina interna. Allo stesso tempo, altri dicono che su sia trattato di una sottile mossa politica per licenziare un ministro oculato che ha rifiutato di dare soldi ai produttori agricoli, ai produttori di latte, ai militari, ecc, e per nominare prima delle elezioni un nuovo ministro per dare a tutti ciò che chiedono. Allora, quanto le dimissioni di Kudrin erano una questione di disciplina e quanto sono state dovuta alle differenze di vedute con lei? Aveva davvero gravi divergenze con il ministro delle Finanze? (V. Kulistikov, NTV)

In realtà, ho fatto una dichiarazione pubblica su questo argomento con tutti i commenti del caso. L’ho fatto praticamente in diretta. Ma non mi dispiace parlarne di nuovo. Dal punto di vista normativo – e questa è l’unica prospettiva da cui si può parlare di queste differenze – tutte le decisioni sulla spesa pubblica, incluse spese per la difesa, salari per il personale militare, ecc., sono state fatte dal governo e portano le firme di tutti i funzionari chiave. Tutte queste decisioni portano la firma del ex ministro delle Finanze. In una tale situazione, o non sei d’accordo con queste spese perché per qualche motivo ritieni che siano sbagliate, o se le approvi non fare commenti al riguardo. Quindi, la situazione del ministro Kudrin è una questione di disciplina al servizio del governo. Tutto qua. Non abbiamo un governo di coalizione in Russia. Siamo una Repubblica presidenziale, non parlamentare. Il nostro governo è il governo del presidente. Si attua politiche del presidente. Se non si è d’accordo, ci si dovrebbe dimettere. Questo è l’unica strada che può esserci. E’ una regola dura, ma sono molto intransigente a riguardo e insisterò su di essa anche in futuro. E sono sicuro che chiunque sarà il prossimo Capo dello Stato seguirà gli stessi principi.
Riguardo a Kudrin, mi sembra che sia rimasto un po’ troppo a lungo a ricoprire questo ruolo e forse si era stancato. Infatti, è venuto a trovarmi a febbraio o marzo, e si è detto consapevole del fatto che non aveva senso per lui a lavorare nel futuro governo, perché era stato ministro delle Finanze per un periodo molto lungo. (Naturalmente, non sapeva nulla della nostra intesa con Putin e le raccomandazioni che stavamo per dare al Congresso). Quindi, non si faceva illusioni. Ecco perché le sue osservazioni mi hanno stupito. In ogni caso, la decisione era stata presa. Kudrin resta comunque un bravo professionista con molta esperienza, e di certo troverà un buon lavoro e un modo per essere utile allo Stato.

Molte persone, sia in Russia che all’estero, la considerano un sostenitore del liberalismo. Tuttavia, gli eventi più recenti sembrano indicare che i liberali in Russia sono un po’disorganizzati, soprattutto dopo la recente vicenda di Mikhail Prokhorov. Cosa è successo secondo lei al partito Giusta Causa? E ritiene possibile realizzare l’idea di Giusta Causa in Russia? (K. Ernest, Primo Canale)

Personalmente, penso che per lungo tempo Giusta Causa abbia sofferto della mancanza di un leader responsabile. Dopotutto, sono i leader che aiutano i loro partiti ad ottenere risultati. E Giusta Causa ha avuto una striscia di sfortuna con i suoi leader. Naturalmente, i recenti avvenimenti hanno indebolito il partito. Vorrei però ricordarvi che Dmitrij Medvedev è capolista di un altro partito, quindi non ho intenzione di commentare la situazione di Giusta Causa e dei loro problemi. C’è solo una cosa che posso dire – e questo è anche nell’ottica del nostro partito – perché, come ho detto al Congresso, il nostro partito è magnanimo. Il nostro Parlamento dovrebbe riflettere le preferenze elettorali di tutti i russi, siano essi  di sinistra, centro, di destra, conservatori, democratici, ecc. In altre parole, esso dovrebbe comprendere tutti coloro per cui la gente vota, o vorrebbe votare. Un parlamento è molto più legittimato se include tutte queste forze politiche. Questa è la mia risposta alla sua domanda.

Parlando della società, Presidente, molti credono che la base sociale per un partito di destra liberale in Russia non raggiunga ancora un numero sufficiente, a causa della mancanza di una classe media forte e ben sviluppata. Ma il posto dove questa base è sicuramente in abbondanza è Internet. E devo dire, anche se probabilmente l’avrà notato lei stesso, che fatti come la situazione di Mikhail Prokhorov, o il licenziamento di Aleksej Kudrin, o il Congresso di Russia Unita alla blogosfera russa non sono andati giù. Come utente attivo di Internet, sente qualche pressione dalla blogosfera? Ha risposto a nessuno dei commenti inviati al suo account ultimamente? O vuol rispondere loro in questo momento? (V. Kulistikov, NTV)

Sa, se avessi sentito letteralmente questa pressione, sarebbe stato molto difficile per me lavorare come Presidente. Allo stesso tempo, ha ragione a dire che rivolgo molta attenzione a Internet. Ora, per essere precisi, ci sono state reazioni diverse al Congresso di Russia Unita, alla difficile situazione in Giusta Causa e alle dimissioni di Kudrin. Ci sono persone che cominciano a dire: “Questo è terribile, la democrazia è finita!”. E poi ci sono persone che si rallegrano e dicono: “Finalmente! Si dovrebbe essere ancora più duri con loro”. La blogosfera riflette tutti i diversi atteggiamenti e punti di vista che formano l’opinione pubblica. Ma per una serie di ragioni naturali, Internet ha una quota maggiore di utenti più giovani rispetto agli anziani. Quindi, in quello che vedi non c’è un quadro del tutto esatto della pubblica opinione.
Credo che il fatto che Internet, la blogosfera, i social network reagiscano alla politica sia una buona cosa. Significa che c’è un feedback vivido di quello che stiamo facendo. Le reazioni variano, ma questa diversità di opinioni è uno degli elementi di democrazia diretta, la moderna democrazia del XXI secolo. Naturalmente, i sondaggi su Internet e i loro risultati non sono giuridicamente vincolanti per i governi. Né riflettono accuratamente l’opinione pubblica, perché, come vorrei sottolineare ancora una volta, non troverete militanti di destra che navigano sui siti web dei partiti di sinistra, e viceversa: difficilmente persone che condividono idee comuniste sarebbero lettori abituali di LiveJournal, per esempio, dove il pubblico è più liberale di mentalità, più orientato a destra. E’ meraviglioso che ci siano tutte queste opinioni diverse. E credo che le autorità dovrebbero reagire a quello che sta succedendo nella blogosfera – senza cedere alla pressione, naturalmente. Il governo dovrebbe aggiornarsi, dovrebbe prestare attenzione alle opinioni espresse, comprese quelle via Internet. Nel mondo di oggi,  questo è un obbligo per qualsiasi politico di qualsiasi livello.

Per continuare sulla domanda di Kulistikov, ha notato negli ultimi tempi una tendenza allarmante per la nostra società, e cioè che il pubblico ha girato le spalle alla politica e al governo? Le facce in TV non cambiano. Da almeno dieci anni a questa parte. E indipendentemente da quanto di successo alcune singole aziende o manager possano essere, vi è una netta sensazione che alcune persone occupino la stessa posizione per troppo tempo. Naturalmente, non vorrei dirle di seguire il consiglio di Ivan il Terribile che era solito prendere “decisioni sul personale” con una certa frequenza. Eppure, cosa si deve fare per far emergere nuove figure in questo paese? (O. Dobrodeev, Rossija TV)

Vorrei dire qualcosa a proposito di questa stanchezza verso la politica. Ci ho pensato spesso, forse perché io sono uno di quelli che, a causa del loro status, sono spesso in tv e parlano sugli altri media. Signor Dobrodeev, ricorda come la nostra gente, me compreso, e forse anche lei, veniva abituata a guardare i notiziari nei primi anni Novanta? Siamo stati incollati agli schermi, in particolare quando, ad esempio, venivano tenute le sessioni del Congresso dei Deputati del Popolo. Ore di comunicazione politica oscuravano tutto, qualsiasi film o serie TV. Ritengo tutto questo un chiaro segnale di standard di vita povero. Oggi più la qualità della vita migliora, meno le persone si appassionano alla politica, perché sono più o meno felici con la loro vita. Tuttavia, non devono diventare indifferenti. Dovrebbero andare alle urne e votare per questa o quella forza politica. Questo è un dovere costituzionale, se vogliamo, di ogni cittadino che non è indifferente al destino del proprio paese.
E a proposito di gente che è stanca e indifferente, vorrei sottolineare ancora una volta che non ho questa impressione. A volte dicono che la nostra vita è degenerata in divertimento ininterrotto, e che la televisione è solo divertimento. Ma quali sono le altre opzioni? La televisione in stile 1993? Per essere onesti, io non la voglio. Forse ci sono alcuni che la vogliono: dopo tutto, il nostro Paese è una democrazia anche in questo senso.
Ora, per ciò che riguarda la necessità di nuove facce, sono pienamente d’accordo con lei su questo. Ciò che è fondamentale è che chi è al potere dovrebbe capire quando è il momento di lasciare a qualcun altro. Tali cambi non dovrebbero accadere bruscamente, con tutti insieme che danno le dimissioni, agitando le mani in segno di saluto, con Vladimir Putin che mi dice “Ciao ciao! Noi ce ne andiamo! “. Ci deve essere continuità. Dobbiamo sapere chi sarà dopo di noi alla guida dello Stato. Tuttavia, ci deve essere un rinnovamento, e molto serio. Ho cercato di fare in modo che questo rinnovamento sia continuo. Negli ultimi tre anni, come conseguenza delle mie decisioni, quasi la metà dei governatori regionali sono stati sostituiti. E quelli che hanno lasciato non erano certo tutti in età da pensionamento. Erano persone molto diverse. Alcuni erano stati nominati solo da pochi anni, vari addirittura da pochi mesi prima. Questo dovrebbe accadere in tutto il mondo – tra i governatori regionali, nella polizia, nei comuni e, naturalmente, a livello di governo federale. Mi capita spesso di ricevere messaggi da parte di cittadini con richieste tipo “Licenzi questo ministro subito! Vergogna! E’stato un disastro ma è ancora in carica!“. Dobbiamo renderci conto che non tutto va male a causa di un ministro. Abbiamo una situazione piuttosto difficile nel settore industriale e nella nostra economia in generale.
Ma ci devono essere volti nuovi nel governo. Pertanto, se nel nostro Paese si verificherà che i cittadini affideranno a Russia Unita il compito di governare, votando i suoi candidati alla Duma e per il nostro candidato alla presidenza, e se ricevo l’incarico di formare un nuovo governo, questo sarà un governo totalmente rimodellato, un governo che sarà formato da facce nuove. Questo è ciò che credo sia di fondamentale importanza.

Presidente Medvedev, come ha reagito la sua famiglia agli ultimi eventi? (K. Ernest, Primo Canale)

Sapete, la mia famiglia è abituata ad ogni genere di cose, ma i miei familiari sanno che se tutto ciò di cui stiamo parlando si avvererà, se le elezioni andranno nel modo previsto ed otterremo il mandato di governare il paese, difficilmente potranno vedermi più spesso di quanto non facciano ora. E anche se si tratta di qualcosa di cui non sono certo contenti, continuano a starmi vicino in ogni modo.


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