I resti dell'Apollonion di Siracusa (Foto: Wikipedia)
I coloni che arrivano sulle coste della Sicilia e dell'Italia Meridionale portano con sé, nelle città che fondano al di fuori della madrepatria, i culti familiari, quelli della polis d'origine, con tutte le loro modalità di svolgimento. A Naxos, per esempio, i coloni costruiscono un santuario dedicato ad Apollo sulla spiaggia dove, evidentemente, erano approdati: l'Apollo di Naxos è qui celebrato come archeghètes, comandante divino dei coloni che qui sono approdati.L'importanza del santuario di Apollo a Naxos è confermata da una notizia del V secolo a.C., quando proprio da qui partono gli ambasciatori sacri, che devono rinnovare i rapporti religiosi tradizionali con i vari santuari della madrepatria. Del resto a Naxos in Grecia vi è un importante santuario, si direbbe "gemello" di quello di Naxos in Sicilia, dedicato anch'esso ad Apollo. Ed all'Oracolo di Delfi - vale a dire sempre ad Apollo - è uso rivolgersi prima di prendere il largo verso nuove terre.
Statuette votive della Demetra di Gela
(Foto: Regione Sicilia)
Le comunità di coloni che arrivano in Italia, però, sono talvolta composte da gente proveniente da diverse città, ciascuna delle quali ha un culto precipuo al quale non vuole rinunciare. Erodoto narra di un certo Teline che a Gela gode di un certo prestigio grazie al fatto di essere, per eredità gentilizia, sacerdote del culto di Demetra Triopas a Cnido. Costui, secondo Erodoto, è costretto a fuggire dalla città in seguito ad un episodio di lotta intestina tra le fazioni di Gela. Teline torna, in seguito, proprio grazie al fatto di ricoprire un incarico, quello di sacerdote di Demetra, ritenuto di estrema importanza. Gli studiosi collocano l'episodio al VI secolo a.C.. A Demetra è dedicato il complesso di Predio Sola, risalente al VII secolo a.C., sempre nei pressi di Gela, ma sicuramente il santuario più importante dedicato alla dea di Eleusi è quello di Bitalemi, edificato su una collinetta quasi contemporaneamente alla fondazione della colonia di Gela, sull'altra sponda del fiume Gelas. E proprio da qui, dal tempio dalla Demetra di Bitalemi (o di Gela) si diffonde il culto di questa divinità in tutta la Sicilia.
Tempio di Athena a Poseidonia/Paestum
I culti "importati" dalla madrepatria vengono, dai coloni, solitamente impiantati sulle acropoli delle nuove città. Qui, oltre ai culti propri di ciascuna città d'origine delle nuove popolazioni, non manca quasi mai un santuario dedicato ad Athena nella sua funzione di poliùchos, "che possiede la città". A Locri la dea glaucopide condivide lo spazio del suo tempio con gli spazi per i templi di Afrodite e Persefone. A Poseidonia, dove non è presente un'acropoli, il tempio dedicato ad Athena si insedia su una piccola sopraelevazione del terreno.Afrodite, la dea dell'amore, è anch'essa patrimonio religioso e culturale trapiantato nelle fertili terre di Sicilia. A Naxos, per esempio, nei pressi di Capo Schisò, è stato scavato un tempio, cosiddetto "C", che, secondo Appiano, è un Aphrodision, un tempio dedicato ad Afrodite armata (Enyò). Anche ad Imera vi è un identico culto, celebrato in un tempio situato sull'acropoli cittadina che è anche il più antico tempio dell'acropoli (VII secolo a.C.). Solo nel V secolo a.C. a questo tempio se ne affiancano altri due, dei quali uno è sicuramente un Athenaion. Il culto di Afrodite armata pare potersi collegare alla lavorazione del metallo ed ai primi emporìa fondati dai Fenici, dai quali i Greci avrebbero mutuato il culto, facendo della dea la sposa di Efesto, dio protettore dei fabbri.
Resti dell'Athenaion di Siracusa murati nel Duomo della città
A Taranto, città fondata dagli Spartani, si venera un'Athena Chalkìoikos, "dalla casa di bronzo". Il suo tempio, purtroppo, è andato perduto ma si sa che le pareti dell'edificio erano rivestite di lastre di bronzo decorate a sbalzo (VI secolo a.C.). Accanto al tempio di Athena, i tarentini costruiscono un tempio che lo storico Pausania afferma essere dedicato ad Afrodite Areia, "di Ares", anche se le iscrizioni ritrovate la definiscono Basilìs, "regina". Si tratta sempre di un'Afrodite armata, alla quale era dedicato anche un tempio nell'area del porto di Satyrion (Porto Saturo), sulla costa orientale del golfo di Taranto, un tempo sede dell'abitato indigeno abbandonato all'arrivo dei primi coloni dalla Laconia. Dei culti della madrepatria Sparta, però, Taranto ne riproduce solo alcuni: Apollo Karneios, i Dioscuri, Dioniso e, forse, Poseidon.Tempio di Hera a Metaponto (Foto: isassidimatera.com)
Siracusa, fondata da coloni provenienti da Corinto, ha restituito resti di templi importanti che sorgevano, un tempo, sulla sua acropoli. Oltre all'Athenaion, risalente al 480 a.C., nel secolo scorso è stato individuato un tempio del VI secolo a.C. ed un altro edificio sacro ancora più antico, con una pianta simile ad una casa. L'Apollonion, il tempio dedicato ad Apollo, risalente al VII secolo a.C., si trova ai piedi dell'acropoli a dominare la pianura, in modo non differente dall'Apollonion di Corinto. Di converso, la sottocolonia di Siracusa, Akrai, fondata nel 663 a.C., presenta, come la sua "madrepatria", un tempio dedicato ad Afrodite posto sulla piccola acropoli.Le più importanti divinità di Metaponto, che non ha acropoli, sono Athena, Apollo, Hera, Afrodite, che avevano i loro luoghi di culto identificati da epigrafi, da doni votivi (pietre non lavorate, "argòi lìthoi". La stessa sequenza viene registrata a Poseidonia, con due santuari urbani, posti a nord con funzione di acropoli, e a sud del grande spazio occupato dall'agorà, l'Athenaion, identificato da epigrafi e materiali votivi della fase romana. Il tempio dedicato ad Hera di Poseidonia è stato identificato anche grazie alla planimetria identica all'Heraion di Metaponto. A Poseidonia i coloni riproducono anche fuori dalle mura i modelli della madrepatria, con il culto della dea Prosymna ed Hera Argiva.
Nell'Heraion di Poseidonia, al culto di Hera viene associato quello di Apollo. La sua collocazione extra moenia è, probabilmente, dovuta alla necessità di svolgere, sempre in accordo con le tradizioni della madrepatria, solenni processioni accompagnate - come ad Argo - anche da competizioni sportive.