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Meglio Berlusconi o Marchionne?

Creato il 24 gennaio 2011 da Sullamaca

L'ad di Fiat Sergio Marchionne con il premier Berlusconi (foto Ansa)Mentre il nostro caro, simpatico, assurdo satrapo si tiene attaccato alla poltrona con tutta la forza rimasta, la nuova destra scalpita per la successione al potere. Davvero vogliamo staccare la spina?


Quello cui stiamo assistendo in questi giorni ha dell’incredibile, oltre a essere discretamente vergognoso. La realtà sta superando tutte le fantasie, anche le più contorte, costringendo anche la satira più impietosa a un veloce aggiornamento, come il “partito du pilu” del film Quanlunquemente di Antonio Albanese, reso obsoleto ancor prima dell’uscita nelle sale.

Stiamo assistendo agli ultimi tentativi del nostro caro, simpatico, assurdo satrapo, di tenersi ancorato con le unghie e coi denti a posizioni di potere che gli permettano di non soccombere all’ineluttabile abisso giudiziario che lo attende.

Se sia o no la volta buona non siamo in grado di dirlo, il nostro ha doti insospettabili, ed è in grado di ribaltare a suo favore situazioni impossibili da risolvere. L’ultima, in ordine di tempo, è stato il mini-ribaltone del 14 dicembre. Chi pensava che ce l’avrebbe fatta? A parte i suoi fedelissimi, dico.

La nuova destra scalpita, per succedere al fenomeno Berlusconi. Una destra estranea alla cialtroneria, alla crapula, alla ridicolaggine del premier e del suo contorno di personaggi irrazionali. Una destra ammantata di serietà, che le conferisce armi più potenti e raffinate per raggiungere i suoi scopi.

Marchionne è l’emblema di questo nuovo ordine. Per carità, nessuno pensa, mi auguro, che il nuovo candidato premier sia lui. Ma è sicuramente un riferimento, un modo di essere e di concepire le relazioni (industriali, ma anche umane) che mette d’accordo tutti all’interno della destra: dal Sole24ore al Corriere della Sera, da Fini a Fassino.

Eccomi allora a pensare che la nostra specificità, di italiani poco seri, sia una fortuna, come già spiegato altrove.  Eccomi allora a domandare, a me stesso e al resto del mondo, se ai Berlusconi succederanno inevitabilmente i Marchionne,  davvero vogliamo cambiare?

I marchionnisti sono gente seria, cazzuta, rispettabile, determinata. Sanno dove vogliono arrivare, gli interessi che difendono e gli strumenti da utilizzare. Però si ispirano a un sistema, quello capitalistico, e a un’ideologia, quella della crescita infinita, che spinge il mondo verso il baratro.

E lo fanno con maggiore efficienza di quanto non faccia il nostro caro, simpatico, assurdo satrapo. Forse è meglio tenercelo, non pensate?

Michele Bottari


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