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Meglio di no

Creato il 19 aprile 2013 da Annalife @Annalisa
scacco matto

scacco matto

Ebook regolarmente acquistato su Amazon quindi, in teoria, confezionato per benino. In teoria.
In realtà, ci sono dei salti di capitolo ogni tanto, ma più spesso capita che stiate seguendo che cosa fa Massimo e, senza soluzione di continuità, la riga dopo si comincia a parlare di Matteo che è un amico camerata di Massimo ma forse non tanto amico (più camerata), e mentre cercate di capire perché Matteo ce l’ha su con Massimo, vi capita di accorgervi che invece è Giulio che sta telefonando a Isabella.
Aggiungete che intervengono anche i salti temporali e ne ricavate un groviglio di spaghetti che non sempre è facile seguire. Aggiungete che, per farvi capire chi è chi, e che cosa fa chi, ci sono numerosi inserti di riassunti personali o sociopolitici (passati e presenti), dei quali si dà ora qui un esempio, che capita dopo una pagina in cui conosciamo la vita di un tipo allegro di nome Roberto (e vai col riassunto), che poi non si incontrerà mai più nel libro ma che fa entrare Massimo in un gruppo. Comunque, dopo aver saputo tutto di Roberto, leggiamo che
Massimo aveva una fidanzata, allora: si chiamava Francesca: era attraverso lei che si era ‘redento’: quando stava ormai per guardare troppo a fondo nell’abisso era apparsa questa ragazza e, piano piano, ne era uscito. Basta politica e malavita. Aveva l’occasione per tentare di riprendersi la vita e se la riprese”.
Solo che la riga sotto:
Massimo si era stufato e aveva mollato il gruppo di Roberto”.
Ipotesi: nella prima stesura Massimo si era stufato, nella seconda invece era stato salvato da Francesca (o viceversa). Nella stesura finale son rimaste tutte e due le cose.
Senza contare che il gruppo di Roberto non c’entrava molto né con la politica né con la malavita, vabbè…

I riassunti socio-politici, invece, sono arricchiti da certe affermazioni tagliate con l’accetta del tipo: “in quegli anni confusi, andare a scuola sembrava essere un optional… gli studenti, abituati troppo bene, si riversavano nei bar e nelle strade a ogni occasione“.
No, dico, vero che ai tempi c’era più movimento e impegno politico e voglia di rivoluzione di oggi, ma, per il resto: quando mai? E sì, che Pomoni quegli anni li ha vissuti (da ragazzino, ma vissuti). Si vede che a Venezia era così, ma non si può pontificare su Una situazione per dire che Tutto era fatto allo stesso modo.
Idem per le affermazioni relative al fatto che “negli anni dell’antifascismo militante, fra il ’74 e il ’77, non c’era nessuno studente di destra che potesse completare gli studi in un liceo o all’Università“. Ma… ma… siamo matti?
Stessa sicurezza in affermazioni del tipo: “gang o meno, i malandrini veneziani restavano sempre dei rubagalline”. Fossi un malandrino veneziano, mi offenderei (senza contare che Carlotto, in quella zona, ci ha abituati a ben altro che ruba galline, e qualche distinzione la fa).
In più la scrittura è scarna in certi momenti (e vabbè, mi piace pure) ed è sciatta per il resto: siccome si deve dar conto di molti avvenimenti passati, voi passate il tempo a sentirvi raccontare (alla svelta) che lui fece, e loro dissero e in quei tempi erano, e poi fecero, e andarono, e spaccarono, e quindi lui si sentì…
A volte mancano virgole (“Bellissima con i capelli lunghi lisci spostati su un lato del capo e fermati da un fermacapelli dorato…”), a volte sono messe a sproposito (“I tre ragazzi che erano usciti in missione, ritornarono poco dopo”: va bene che i tre sono i rubagalline di prima, ma la virgola tra soggetto e verbo no, vi prego, no; e ancora: “sostituì il suo nome, con quello di…”, argh); ci sono persino delle abbreviazioni (“p.le Roma”!), o delle annotazioni dell’autore, fuori testo. Solo che lui le mette dentro il testo: “…chinò di nuovo la testa e sussurrò: ‘Grazie’ (!)”, dove il punto esclamativo tra parentesi è l’autore (o forse voi che leggete, o forse il personaggio del libro che si sente dire ‘grazie’), insomma tutti che saltano sulla sedia e pensano: anvedi questo, in più che lo sto inculando, si mette pure a dì grazie!
E se non lo pensate, ve lo fa pensare lui, l’autore: ci mette un punto esclamativo tra parentesi.
Dopodiché, sorpresona: avete letto un riassunto dei movimenti politici degli anni Settanta e una panoramica veloce dei politicanti anni 2000, ma la soluzione finale, al 10% dalla fine,

attenzione spoiler

spoiler

spoiler

la soluzione finale viene dai tarocchi, o da qualcosa del genere: tavolini che traballano, veggenti, scienze occulte, meditazione, sangue cambiato in linfa e così via.
Voilà.



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