Meglio essere...

di Piero Tieni
Meglio essere un’ameba, un cipresso, una ruota di scorta bucata, un piatto rotto, un manico di scopa, un’indigestione, un ascesso, un orologio a cucù, un capello bianco, un termosifone a ferragosto, una bottiglia di vino pregiato vuota, una lattina abbandonata, un manifesto strappato, uno starnuto, un cactus, una lente a contatto scaduta, un uovo sodo sbucciato, una dentiera, un callo.
Meglio essere una qualsiasi di queste cose, oppure tutte insieme, piuttosto che essere l’attuale presidente del consiglio.
Può darsi che sia malato come sostengono la moglie e Famiglia Cristiana. Può darsi che sia la senilità a giocare brutti scherzi. Può darsi, tutto si può (e si deve) dire di lui tranne che sia uno sprovveduto. Con quella schifosissima battutaccia non fa altro che aprire la campagna elettorale e cominciare a sintonizzarsi con gli istinti peggiori di molti dei suoi elettori (e non solo, purtroppo). E infatti l’interprete più autentica di quegli istinti, Daniela Santanchè, dice candidamente che è inutile prendersi in giro, qualsiasi genitore preferisce un figlio eterosessuale ad uno omosessuale. Ci ho pensato: sapere che la propria figlia sia lesbica potrebbe suscitare sentimenti diversi, a seconda del livello di civilizzazione di ognuno. Però sapere che la propria figlia di 17 anni rallegri le serate di un vecchio avvizzito, un settantacinquenne plastificato, un anziano in via di mummificazione, beh, questo dovrebbe far vomitare la bile a qualsiasi genitore degno di questo nome.