Trovo molto irritanti alcuni commenti a proposito delle recenti vicende che hanno coinvolto alcuni istituti di credito e soprattutto migliaia di cittadini, che si sono visti defraudati dei risparmi di una vita.
Commenti di esperti di economia, o sedicenti tali, che, anziché condannare l’allegra finanza, se la prendono con le sue vittime e cioè quegli ignorantoni che non sanno distinguere fra un’azione e un’obbligazione e, pur avendo investito in bond subordinati (obbligazioni a rischio), non hanno la più pallida idea di cosa siano.
Gente che si è semplicemente fidata della sua banca, incorrendo nel più imperdonabile degli errori, perché una delle poche cose certe al mondo è che delle banche non ci si può e non ci si deve fidare, in quanto esse non offrono un servizio ai comuni cittadini, ma fanno favori agli amici e agli amici degli amici e, soprattutto, con modalità non sempre trasparenti, tutelano gli interessi dei loro azionisti.
Cari esperti di economia, o sedicenti tali, sarebbe come se, commentando i fatti di Abu Ghraib, voi non ve la prendeste coi torturatori, ma con le loro vittime, dileggiandole per la loro scarsa conoscenza del regolamento carcerario o, meglio, dei metodi illegali usati dai carcerieri con la latitanza o la connivenza degli organismi di controllo.
E vi contraddite pure, cari esperti di economia, o sedicenti tali, perché a volte, dopo aver tacciato di ignoranza questi incauti investitori, coi loro magri interessi del 3%, arrivate addirittura a insinuare che ci troviamo al cospetto di famelici e spregiudicati speculatori, di quelli che lucrano interessi a due cifre e, Dio c’è, a volte capitano nelle mani del Madoff di turno.
Non è con loro che dobbiamo prendercela, ma con un sistema finanziario disonesto, a volte criminale, che prospera ai danni dei più con la connivenza di un sistema politico sempre più prono ai suoi ordini e spesso colluso.
“I politicanti sono i camerieri dei banchieri” diceva Ezra Pound, ed io sto sempre dalla parte dei poeti, cari esperti di economia, o sedicenti tali, con le vostre prestigiose lauree di Harvard o di Cassino.
Federico Bernardini
Illustrazione tratta da Google immagini