Melania Rea quasi un anno è passato dalla tragica scomparsa ma il caso non è chiuso per niente.Il maggiore accusato resta sempre Salvatore Parolisi eppure ancora tante sono le indagini e le inchiesta da fare. Non è chiaro niente di quegli ultimi istanti della vita di Melania. Si sa solo quello che è accaduto dopo l’aggressione ovvero come è stata accoltellata, ma manca l’arma del delitto. Insomma un rebus senza fine.
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Eppure tutti sanno che nelle parti molli della bocca di Melania Rea sarebbe stato ritrovato Dna di Salvatore Parolisi, lui l’avrebbe baciata poco prima che la donna si allontanasse eppure più volte la criminologa Roberta Buzzone, invece, sarebbe la prova che Melania abbia tentato di morderlo mentre lui la placcava “prima della coltellata finale”. Già nel 2011 la Buzzone avrebbe dichiarato: “Nella bocca di Melania c’è il Dna del marito, ′Ci siamo baciati prima che si allontanasse’, ha detto lui. Ma io ho serissimi dubbi. Secondo me invece quel Dna potrebbe essere stato depositato nel tentativo di tapparle la bocca. Può aver morso il suo aggressore durante la colluttazione prima della coltellata mortale. Qualunque Dna in bocca deperisce entro pochissimo. E’ l’effetto del movimento della lingua e dell’azione enzimatica della saliva. No, quella traccia risale al massimo a uno o due minuti prima della morte di Melania. Chiunque abbia lasciato quella “firma”, quella “pistola fumante”, era lì con la donna mentre smetteva di vivere”.
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