Sul Giornale di Puglia leggiamo che, Roberto D’Ortona, (collega di Parolisi) avrebbe riferito ai carabinieri: “Come ho già detto, dalle 21 alle 2 circa sono stato a Colle San Marco a contribuire nelle ricerche della moglie del collega Parolisi Salvatore. Lì ci andavo insieme al maresciallo C.A., con la mia macchina, partendo dai pressi della nostra caserma di Ascoli Piceno; durante quella sera sul pianoro incontravo una decina di altri colleghi, Salvatore non c’era ma nel frattempo arrivavano sul posto alcuni suoi familiari, vale a dire il suocero, il fratello di rea Carmela e non ricordo chi altri. Come ho già detto, la mattina sono stato impiegato di servizio in occasione del giuramento delle allieve VFP1; dalle 13.30 alle 15.30 circa sono stato con Parolisi Salvatore insieme al nostro comandante di compagnia Capitano Mastrantonio ed ad altri commilitoni nell’ufficio del Capitano; Salvatore nel frattempo si allontanava alcune volte, o per rispondere al telefono o per andare da qualche superiore. Intorno alle 15.30, terminato il servizio, tutti i militari defluivano dalla caserma; pertanto, o il Capitano o il Maresciallo Caforio, non ricordo con precisione chi, mi chiedeva telefonicamente di rimanere con Salvatore, visto che lui aveva intenzione di stare ancora in caserma; nella circostanza io ero da poco arrivato nella mia camera, ed accettavo di buon grado la proposta vista l’amicizia che ho con lui; la scelta dei superiori ricadeva su di me penso anche per via del fatto che, essendo celibe ed accasermato, non avrei avuto particolare disagio per tale incombenza; infatti insieme a noi due rimaneva anche il Caporal Maggiore Capo Pagano Raffaele, anche lui celibe e accasermato ed amico di Salvatore. Rimanevamo quindi noi tre insieme fino alle 19 circa nel cortile e nel giardino di pertinenza della nostra compagnia, visto che gli uffici erano oramai chiusi. Salvatore ci raccontava più volte come si erano svolti i fatti di quando la moglie si allontanava da lui scomparendo, e noi cercavamo di sostenerlo moralmente; io, proprio allo scopo di confortarlo, gli dicevo che l’ipotesi meno peggiore poteva essere che sua moglie se ne poteva essere andata di sua spontanea volontà. Lui allora rispondeva che effettivamente ciò poteva essere l’eventualità meno grave. Una volta affrontato questo argomento, vale a dire l’allontanamento del coniuge che magari poteva avere un’altra relazione, Salvatore ci diceva che, quando era stato ascoltato dai carabinieri, questi avevano chiesto se lui avesse una relazione con qualche altra donna, e che lui aveva negato, perché riteneva che tale aspetto fosse irrilevante, ammettendo implicitamente di non essere stato sincero da questo punto di vista. Aggiungeva quindi di non avere detto tutto per evitare figuracce con i suoceri. Noi gli rispondevamo che aveva sbagliato e che in casi così gravi bisogna essere i più sinceri possibile, perché quello che contava era ritrovare la moglie e non altro.
A tal riguardo Salvatore ci chiedeva, nel caso in cui fossimo stati chiamati per essere ascoltati, di non raccontare niente su sue relazioni con altre donne; in merito ritengo che lui si potesse riferire o a nostri superiori oppure agli inquirenti. Preciso che quando io gli dissi che secondo il mio parere in quel momento la priorità era fare il possibile per trovare la moglie e tutto il resto era meno importante, lui rispose dicendo che se fosse stato riascoltato dagli inquirenti avrebbe riferito delle sue relazioni extraconiugali. Verso le 19 andavamo al pianoro di San Marco, dove incontravamo dei colleghi e dei familiari di Salvatore; io ci arrivavo viaggiando insieme a Salvatore con la sua macchina, mentre Pagano Raffaele da solo con la sua auto. Salvatore ci faceva vedere il percorso che aveva fatto per andare da casa sua al pianoro e poi ricostruiva sul posto le fasi della scomparsa della moglie. Più tardi, siccome Salvatore inizialmente aveva intenzione di tornare a dormire in caserma, presso la stanza di qualche collega accasermato, il suocero chiedeva a qualcuno dei presenti di persuaderlo a rimanere a dormire a casa. Quindi alle 01.00 circa, non vedendo più Salvatore, che nel frattempo era andato via, me ne andavo insieme ad un altro collega che era sul posto”. Oltre questa interessante dichiarazione, online si trovano altre svariate ipotesi, sembra infatti che Salvatore temesse il tradimento da parte di Melania. Parolisi è sempre stato un uomo molto geloso, ma , negli ultimi mesi non permetteva più l’uso di Facebook alla bella moglie come se solo attraverso il social network si potessero ordire tradimenti ed infedeltà matrimoniali. A rivelare che Parolisi avesse impedito l’uso di FB a Melania è stata l’amica di Melania, Imma che avrebbe detto: “negli ultimi tempi Salvatore era diventato molto geloso, al punto da non permetterle di aprire un suo profilo Facebook”. Mancano poche settimane al 28 di novembre e a quanto pare la Procura teramana è intenzionata a sentire e vagliare altre strade. In questi giorni sarà nuovamente audita la madre di Melania.