La presidente Dilma Rousseff svelato martedì 8 novembre, durante una cerimonia al Palazzo Presidenziale, il programma "Melhor em casa", il quale fornisce assistenza domiciliare ai pazienti che non hanno bisogno di rimanere in ospedale.
Già questo mi fa sorridere, perché mi piacerebbe sapere con quale criterio decidono chi deve rimanere e chi no. Dico questo perché, tanto per fare un esempio, l’anno scorso una parente di mia moglie, malata di Parkinson, è stata mandata a casa dalla SUS quando è entrata in coma, dato che loro “non potevano più far niente”. Sarà che chi entra in coma o ha una malattia grave non ha bisogno di medici o ospedali? Vai a saber!
L’intenzione del governo è quello di ridurre la domanda di assistenza negli ospedali. Questo programma sarà formata da medici, fisioterapisti, tecnici di cura e infermieri, 1.000 squadre di assistenza domiciliare si formeranno entro il 2014 - la previsione è per un investimento di $ 1 miliardo di reais.
“Questa [il SUS] è una scuola di medicina e negli ultimi anni abbiamo imparato, durante la vita quotidiana, che alcune delle procedure che sono tradizionalmente svolte negli ospedali potrebbe essere eseguita a casa con i migliori risultati (!) ", ha detto il ministro della Salute Alexandre Padilha. L'iniziativa potrebbe portare, ad esempio, la riduzione delle infezioni ospedaliere, (perché ho molto più facile prendere un’infezione in un ospedale che in casa) ha detto il ministro. Ha anche aggiunto che il ministero sarà responsabile di tutti i costi del programma.
Ora, a me viene da ridere. Già il nome è tutto un programma: Melhor em casa… que…in ospedale? Considerando gli ospedali pubblici che esistono direi proprio di sì. Per fortuna già il Ministro della Salute è stato sincero, asserendo che alcune procedure sarebbe migliori fatte in casa che negli ospedali. Ma prima che qualcuno mi accusi di criticare ingiustamente il Brasile (che per la precisione è una cosa che non ho mai fatto, al limite critico alcuni personaggi che vivono in Brasile, aldilà della loro nazionalità), andiamo a vedere cosa dice Reinaldo Azevedo, giornalista e autore di un omonimo blog:
A presidente Dilma Rousseff deve anunciar hoje o programa “Melhor em Casa”, do SUS, que prevê atendimento doméstico para que não pode se deslocar até uma unidade hospital. Huuumm… Já expliquei ontem em que contexto isso se dá. Há uma corrente na Internet, que preocupa o PT, indagando a qualidade do SUS na esteira da doença de Lula. Quanto mais pessoas são escaladas para desqualificar os internautas, mais a coisa se fortalece. A coisa ganha ares de tentativa de censura de opinião. Muitos brasileiros aprenderam com o Apedeuta a separar o mundo entre “povo” e “elite” — o líder petista sempre deixou claro que pertencia à primeira categoria.
Mas esse é o fundo político. Há o fundo técnico. “Atendimento médico” se faz com… médicos!!! É conhecida a falta crônica de profissionais no serviço público. Esse é um dos maiores gargalos da área. Não se tem notícia do aporte especial de mão-de-obra para esse novo programa. Imaginem quantos pacientes deixariam de ter atendimento ambulatorial enquanto o médico estivesse a caminho da casa de um doente.
Tudo indica que um “programa com grife” será pendurado no SUS para tentar mitigar o noticiário negativo sobre as suas gritantes carências, que estão no noticiário todos os dias. Dilma, tudo indica, não fará inveja a seu antecessor nas realizações efetivas na Saúde; talvez rivalize com ele na propaganda. Lula havia prometido construir 500 UPAs. Entrou 91. Dilma prometeu mais 500 até 2014 — 125 só neste ano. Até setembro, tinha construído… uma!!!
A principal doença da Saúde é a parolagem oficioal para os sem-Sírio-Libanês.
Por Reinaldo Azevedo
Ora una domanda è d’obbligo: ma non sarebbe stato meglio migliorare la tanto decantata (da Lula e compagni) sanità pubblica invece di creare nuovi programmi senza senso?