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Giovanni Paolo II santo: dalla Costa Rica il miracolo è arrivato per internet

Creato il 26 aprile 2014 da Eldorado

Viene dal Centroamerica e più precisamente dalla Costa Rica il miracolo che permetterà a Giovanni Paolo II di diventare santo. L’esperienza vissuta da Floribeth Mora, una signora che, malata di aneurisma ha affidato la propria guarigione al papa polacco, è stata ritenuta veritiera per poter avviare il processo di canonizzazione che giunge a suo fine il 27 aprile 2014.

La storia di Floribeth Mora, la storia della miracolata, comincia nel 2011. Ha 48 anni, è sposata con un ex poliziotto e vive con la sua famiglia in un piccolo paesino alle falde del vulcano Irazú, dove conduce una vita normale, accudendo i quattro figli che crescono. Le cose cambiano quando si reca in ospedale per cercare una spiegazione al malessere che la sta affliggendo da mesi: le analisi le rivelano di avere un aneurisma cerebrale fusiforme. Non solo, ma il medico le dice che è praticamente impossibile operare, dandole poche speranze di vita. L’unico suggerimento che le può dare è di riposare e di passare il poco tempo che le rimane con i figli ed il marito. Floribeth è distrutta dalla diagnosi. Da sempre fervente credente cattolica affida il proprio destino alla fede. In particolare, dal suo letto di degenza, prega Giovanni Paolo II, il papa di cui è devota. Quando è ormai prostrata e senza forze è proprio papa Wojtyla che una mattina di maggio –il primo maggio, quando a Roma si sta festeggiando la sua beatificazione- le appare trasfigurato da un’immagine, le tende le mani e le dice: ¨Alzati, non avere paura¨. Floribeth obbedisce e da quel momento comincia a sentirsi meglio. Quando torna dal medico l’aneurisma è scomparso. Il miracolo è compiuto.

Il processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II, già supportato dal caso del primo miracolo, quello sulla suora francese Marie Simon Pierre guarita dal Parkinson, riceve ulteriore impulso dai fatti successi sulle pendici nebbiose del vulcano Irazù. A renderlo possibile è Internet. Floribeth accede infatti ad una pagina web che chiede ai fedeli prove dei miracoli operati da papa Wojtyla. Racconta la sua esperienza e dal contatto con il prelato Slavomir Oder, che le chiede ulteriori dettagli, il caso diventa definitivamente oggetto di studio.

La vita di Floribeth Mora cambia. Quando la storia comincia a conoscersi, i giornalisti, i vicini, i curiosi ne vogliono sapere di più. Il Vaticano ha imposto il silenzio mentre procede il processo di santificazione, ma l’anno seguente i fatti il canale messicano Televisa riesce a fare l’esclusiva e a rendere pubblico il volto di Floribeth ed il miracolo.

La donna miracolata, intanto, ha trasformato la sua casa in un piccolo tempio. Chi si spinge fino al piccolo paese di Dulce Nombre de la Unión ad attenderlo trova un altare, le immagini e le statue di Giovanni Paolo II, il bambino Gesù. Floribeth Mora non ha dubbi su quanto le sia successo e ad assicurarlo c’è il dottore che l’ha avuta in cura, Alejandro Vargas. È lui che deve consegnare la documentazione relativa al caso, mentre al Policlinico Gemelli di Roma Floribeth viene sottoposta ad ulteriori esami che rivelano quello che già si sapeva, che l’aneurisma è definitivamente scomparso. La scienza, insomma, non può dare spiegazioni, la Chiesa cattolica a questo punto sì: è stato miracolo.


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