A una cena tra amici, due autori teatrali discutono se la sostanza della vita sia più tragica o comica. Per rendere più interessante il giochetto, prendono una storia e la vedono dai propri punti di vista. Nelle due storie la protagonista è Melinda (Radha Mitchell): in una sarà una donna disperata, che si imbottisce di pillole e ha già tentato il suicido perché il marito le ha tolto la custodia dei figli; nell’altra invece vestirà i panni di una ragazza un po’ confusa, che ha inghiottito qualche sonnifero di troppo e che però fa breccia nel cuore del vicino Hobie (Will Ferrell).
Non è il miglior Allen, questo sarà lampante per il fatto che Melinda e Melinda non viene mai nominato quando si parla di lui. Tuttavia, il plot ha i suoi punti di interesse: prendete degli elementi di partenza (in questo caso l’arrivo inaspettato di Melinda a una cena) e costruiteci attorno una storia, collocandola in un genere specifico; per qualcuno sarà materiale per una commedia, per qualcun altro non potrà essere che un dramma. Da qui parte l’assunto del film: soggettività nella visione delle cose, o duplice natura delle stesse? Film, appunto, doppio (che ricorda inevitabilmente il meccanismo sfruttato in Sliding doors), senza star internazionali fra gli interpreti: Jonny Lee Miller, Chloë Sevigny, Chiwetel Ejiofor, Amanda Peet, Steve Carell. Will Ferrell, alter-ego di turno di Woody Allen, ha le battute migliori, mentre Josh Brolin fa una piccola parte in attesa di essere uno dei protagonisti di Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010). Tra i dialoghi più divertenti «Non hai l’impressione che non comunichiamo più?», «Ma certo che comunichiamo! Possiamo non parlarne?» e «E tu, quali sport pratichi?», «Scarabeo. E ogni tanto qualche attacco d’ansia.»