Come promesso nella prima puntata, verrà visionata la composizione del gruppo misto, e cioè quel settore del parlamento in cui sono presenti tutti i movimenti che non riescono a raggiungere i venti deputati per essere considerati partiti individuali a livello di benefici e rimborsi. Tra i primi da segnalare c’è l’ex Alleanza per l’Italia (ApI), ora Centro Democratico, nato dalla scissione di Rutelli con il PD e il cui leader è adesso il “compagno” Tabacci.
A livello di ideologie, il programma federalista è presente anche qui per merito del gruppo Autonomia Sud, Lega


Tornando al gruppo misto, possiamo vedere la sua trasversalità di composizione con la presenza anche di un gruppo di centro-sinistra, Diritti e Libertà, portavoce Massimo Donati, ex IdV e acceso antiberlusconiano. Il partito nasce il 22 novembre 2012 in contestazione a Di Pietro per il suo avvicinamento al Movimento 5 Stelle e per la gestione troppo paternalistica dell’IdV. Molto vicina al PD come orientamento, nelle ultime primarie hanno sostenuto apertamente Pier Luigi Bersani.

Quello che sorprende tuttavia, e lo si vede a occhio, è la presenza con il PLI di altri due movimenti di chiara ispirazione liberale, ma indipendenti, i quali portano a generare il sospetto che questi partiti nascono non per ideali , ma solo per ottenere ciò che i singoli personaggi desiderano, come mi viene a pensare se osservo il gruppo dei LD dove appare un pezzo importante come Giorgio La Malfa il quale lasciò il PDL poco dopo l’elezione per la probabilità di non aver ottenuto incarichi ministeriali come nel 2005 quando diventò ministro per le politiche europee.
Con questo termino la carrellata su cosa è diventata la legislatura che ci accingiamo a lasciare. Il 24 febbraio ci recheremo alle urne per eleggere il nuovo parlamento, sicuramente con personaggi e persone nuove, sperando che non imparino anche loro questo gioco trasformistico e I Dispacci hanno deciso di presentare ai propri lettori un confronto dei programmi dei principali partiti in corsa, per farsi un’idea ed esprimere anche una vostra opinione, nel periodo della campagna elettorale sperando di esservi utili. Perciò rimanete con noi anche nelle prossime settimane.