Non ho parole da dire, avrei semmai solo parolacce.
Me la ricordo, quella donnicciola, piagnucolante, implorante, che con le mani giunte supplicava che la salvassero dai cattivi talebani. Per liberarla, perse la vita l’alto dirigente del SISMI Nicola Calipari, e furono inoltre sborsati 4,6 milioni di euro.
Adesso la donnicciola in questione fa la dura, si scaglia contro la Ferrari che “osa” correre sul circuito indiano con la bandiera della Marina Italiana sul cofano.
Non commento, altrimenti imprecherei solamente, ma condivido molte delle osservazioni in risposta all’articolo della giornalista (?), del quale allego il link.
http://giulianasgrena.globalist.it/Detail_News_Display?ID=38784&typeb=0&Loid=132&Ferrari-vergogna-
Di certo non mi aspettavo che facesse come Fabrizio Quattrocchi…lei è una donnetta, senza nerbo, senza dignità, senza nulla…senza neppure memoria di quello che le è successo, senza riconoscenza e gratitudine per chi ha perso la propria vita per salvare la sua, perché le divise vanno bene solamente se servono a salvare la sua pellaccia e non considera che i due marò stavano solo compiendo il loro dovere, come lo stava compiendo Calipari. Dispiace solo che sia morto lui e non lei.