Ha un’espressione stanca. Forse triste o arrabbiata. E’ una donna castana, capelli molto corti, non truccata se non per un velo di rossetto rosso acceso. Siede sulla panchina della stazione, poggiato vicino a lei, chiuso, un libro, dall’altro lato una sua amica che tenta di farsi perdonare con larghi sorrisi e vistoso gesticolare.
La sua espressione resta troppo buia ed il suo sguardo si perde nel vuoto. Penso non sia minimamente dovuto al piccolo malinteso sorto tra le due (non essersi viste per un caffè il giorno prima). Qualcosa di più serio e spiacevole le adombra lo sguardo dietro gli occhiali verde smeraldo. La sua amica tenta di distrarla: “Cosa stai leggendo?” le chiede. Lei le mostra l’inconfondibile copertina di Memorie di una Geisha, di Arthur Golden, specificando di averlo avuto in prestito. “Oh! Bello! – fa l’amica – io ho letto il film!!!”. Le strappa un sorriso mentre la campanella annuncia l’arrivo del loro treno, l’abbraccia ed insieme si incamminano verso la giornata lavorativa.
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