Magazine Diario personale
Caro 2015,
non mi turba il tuo decesso perchè, diciamocelo, sei stato un poco cesso.
Ma non pretendo di trovare rime per tutte le cose cretine che ti voglio dire.
Sei stato un anno doloroso e terribile.
Ho vissuto la perdita per me più grande, una persona che era per me d'esempio, che mi dava equilibrio, che mi ricordava da dove venivo e dove, con impegno e volontà, potrò arrivare.
Sei stato un anno in cui "amici cari" si sono voltati e dimenticati.
In cui ho sofferto la solitudine come mai prima.
Ma a noi, a persone che altri hanno definito forti, non è dato lamentarsi o abbattersi. Sennò i loro problemi chi li ascolta?
Mi sono sentita sola e lei, che mi era sempre vicina, sempre pronta ad ascoltarmi, è mancata più che mai.
E' stato un anno in cui tanto è stato difficile e deludente.
Ma è stato un anno lavorativamente brillante e che mi ha fatto conoscere gente speciale, sempre lì per ridere o per aiutarmi, per regalarmi una torta/una crema fatta a mano/un sorriso/il viaggio più bello. L'anno di amici conosciuti in un altro continente, ma vicini più che mai.
Gente che mi ama così, imperfetta, e non passa il tempo a farmi sentire tale.
E' stato però l'anno della costanza.
L'anno di chi c'era, c'è, ci sarà.
L'anno di chi è diventata più importante, capace di regalarmi momenti intensi e di grande amicizia.
L'anno di chi c'è da quasi 20 anni e SEMPRE riesce a strapparmi un sorriso.
L'anno di chi mi ha dimostrato e mi dimostra di volermi stare accanto, nonostante le differenze e di volermi tenere la mano.
L'anno di chi è accanto a me da una vita, è il mio fan numero uno e continua ad essere il mio supereroe perchè mi manda le castagne e mi ripara il frigorifero su whatsapp.
Io brindo a questo, alla costanza che da sola rende un anno scintillante.
Tanti, ritardati auguri.
Domani torno a litigare con le poste, promesso.