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[Memorie, identità] Se l’archivio muore.

Creato il 19 ottobre 2011 da Subarralliccu @subarralliccu
[Memorie, identità] Se l’archivio muore.

Non solo memoria. Un archivio ordinato significa amministrazioni efficienti

Cosa succede se un’intera generazione di archivisti se ne va in pensione in un contesto in cui da 30 anni lo Stato non bandisce concorsi per archivisti? Succede che gli archivi muoiono. Molto di più: scompaiono d’un tratto le istituzioni che da generazioni formano gli archivisti, cioè coloro che fanno funzionare – pur tra mille difficoltà – le amministrazioni pubbliche.

Gli archivisti italiani si stanno mobilitando (forse con un po’ di ritardo) per far conoscere all’opinione pubblica la gravità della loro condizione. Non è un’azione corporativa (gli archivisti non hanno, per fortuna, nemmeno un ordine professionale), ma di apertura verso il pubblico: state attenti, sussurrano gli archivisti, senza le nostre competenze le amministrazioni si inceppano, i documenti si perdono, il disordine amministrativo impera incontrastato.

Lo sanno bene gli enti che hanno affidato la gestione del protocollo a impiegati generici e non, come prevede la legge, a personale qualificato.

Il 13 ottobre scorso presso l’archivio di Stato di Cagliari gli archivisti hanno condiviso la loro esperienza maturata in seno a archivi regionali e di Stato, negli archivi di comuni grandi come Cagliari, e in altri più piccoli come Tortolì.

Abbiamo deciso di proporvi l’incontro per puntate, ognuna dedicata ad una tipologia di archivio. Ci sembra importante dare spazio ad un tema nascosto, ma che ha una centralità assoluta: la trasparenza e l’efficienza delle amministrazioni passano per la corretta gestione dei flussi documentali: tagliare le voci come l’archivio significa condannarsi a costi che nel medio periodo sono superiori al taglio stesso.

L’intervento di oggi è quello di Francesca Desogus, che ha maturato un’esperienza pluriennale negli archivi della Regione Sardegna.

Buona visione.


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