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Meno male che poi c’è Callegari

Creato il 13 agosto 2015 da Annalife @Annalisa
Aspetto il seguito, deh

Aspetto il seguito, deh

Il mio figliolo mi fa notare che, forse a causa della crisi, cominciano a spuntare le librerie stile “reimanders”. Io non gli faccio notare che, se mai, è un ri-spuntare e lo seguo nella ricerca. Così, trovo una libreria lunga lunga dove ci sono in bella vista, a destra, tutti i libri di Dick (il caro vecchio Philip Kindred), così che posso comprarne uno che non ho, e a destra i soliti gialli noir thriller, insomma, si leggono solo quelli, non se ne può più, ne prendo subito uno, quattro euro e cinquanta per duecentocinquanta pagine circa.
L’autore è italiano e a me sconosciuto, perciò ritengo che il rischio (i 4,50 di prima) sia congruo.
Copertina bianca, con tre silouette davanti a un misuratore di altezze stile riconoscimento americano dei delinquenti.

Titolo: “La banda dei tre”, prologo (“due anni prima all’interno di una stanza”) ben scritto e suscitatore di interesse. Poi ve ne dimenticherete, ma prima della fine sarete costretti ad andare a rileggerlo.
Personaggio principale (Claudio Non-vi-dico-il-cognome) che racconta in prima persona e delinea a suo modo gli altri comprimari (le Biologiche o le Vegetali, il Nano, ma non bisogna chiamarlo così, il Capo, il Boa, i terroristi arabi, la Mafia russa e via di seguito): è diretto, ironico, sarcastico, realista, persino romantico e quando lo conoscete bene gli perdonate tutto il lavoro fatto prima (morti e spaccio).

Dialoghi ben fatti, concreti, duri, ma anche, quando ci vuole ci vuole, divertenti.
Una trama che si dipana e si intreccia senza farvi perdere di vista gli intrighi e gli intralci e vi porta piano piano, con la giusta dose di suggerimenti, pestaggi, morti, feriti e indizi mai nascosti, al mezzo colpo di scena, sul finale. Un noir italiano sanguinoso e divertente, col Nano che di cognome fa Piccolo e ha un babbo che… no, non ve lo posso dire; con i cattivi che sembrano cattivi e poi sono buoni e i cattivi che sembrano cattivissimi e poi lo sono; con una città (Padova) che vi viene squadernata piano piano, e anche a non conoscerla bene vi sembra di capirla e di esserci; con la commedia che diventa puro e sanguinante noir fino ad arrivare al pulp e di ritorno al noir, prendendo(si) un po’ in giro ma sempre senza esagerare, di modo che alla fine vi godete una bella storia e aspettate solo che Claudio ritorni presto.

p.s.: sì, ho detto poco; sì, non ho raccontato quasi nulla della trama (altri lo fanno, ho visto), sì, non ho fatto esempi, ma… se io mi sono divertita così tanto a leggerlo, perché non lasciare anche a voi di scoprire a poco a poco che cosa c’è dentro la banda dei tre?



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