Cesar Luis Menotti nel 1978
PERSONAGGI (Buenos Aires). I più attempati ricordano Cesar Luis Menotti alla guida della nazionale argentina nella vittoriosa campagna della Coppa del Mondo, legata ai tristi ricordi della dittatura del generale Videla, del 1978. Nel suo peregrinare tra le panchine dopo l’esperienza nazionale, el Flaco è passato anche da Genova sponda blucerchiata nel 1997 dove resistette in panchina per nove giornata per poi essere sostituito dal cavallo di ritorno Vujadin Boskov. E anche un po’ di Spagna, una stagione al Barcellona di Maradona, una sulla panchina dell’Atletico Madrid. Per lui un rapporto speciale con Jorge Valdano che della sua nazionale era il condottiero in campo e che a lungo prima come allenatore e poi come dirigente è stato protagonista al Real Madrid.
E proprio delle merengues, Menotti ha parlato ieri al quotidiano spagnolo Marca con occhi molto critici. “Non si possono lasciare andare via quelli che sanno giocare a calcio come Ozil” è il primo affondo ma l’ex tecnico argentino è critico nei confronti di Carlo Ancelotti, il nuovo tecnico madridista. “Quando le idee non sono chiare ci si affida al caso, tutti vogliono vincere ma quello che conta è come si intende farlo. Il problema è che gli appassionati del Real, come quelli del Barcellona, mettono una forte pressione. Vinci senza giocare bene e iniziano i mugugni. Il Real deve aggredire, non può essere il Catania”.
Non è finita, “sappiamo quale è la formazione titolare delle altre squadre, non sappiamo quella del Real. Ancelotti sembra preoccupato solo del recupero della palla mentre poco si vede dal centrocampo in avanti. Non vi sono idee chiare sull’occupazione degli spazi e sullo sviluppo del gioco”.
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