Sarà l’Antitrust a decidere. Intanto, scoppia la guerra “personale” tra il direttore del tg di la7, Enrico Mentana, e la sua ex azienda di lavoro, la Mediaset. La notizia è trapelata qualche ora fa, ma nulla ancora c’è di concreto sul tavolo. Si parlerebbe, però, di un interesse da parte dell’azienda capitanata dall’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi per la terza tv italiana. Nel tempo, la7 si è distinta come una valida alternativa alle reti generaliste, proponendosi come terza via in rispetto al duopolio Rai-Mediaset.
EDITORIALE- “Inutile in queste ore rivolgersi alla politica, magari chiedendo soccorso contro lo strapotere di Berlusconi, perché le leggi le fa la politica e se scopriamo che nessuna legge impedisce a Mediaset di comprare la7 allora francamente è un voto pessimo per tutti. Posto che lo si ritenga tale, posto che ritenga ingiusto che Mediaset compri la7. Sono queste le parole con cui Mentana ha aperto l’edizione serale del tg di ieri, commentando la notizia. “Che la7 sia in vendita non solo è noto - continua il direttore- , ma è stato reso ancora più chiaro dal fatto che c'è una procedura in corso in cui l'interessamento doveva essere dato sia alla televisione vera e propria sia agli impianti, ai mezzi di diffusione del segnale. A quanto pare Mediaset insieme ad altri ha fatto sapere il suo interessamento per l'acquisto di entrambi gli asset, i canali televisivi la7, la7d e Mtv e questi famosi mezzi di diffusione”.
ANTITRUST- Mentana, nel suo discorso, fa appello anche all’organo che tutela la concorrenza. Riferendosi a Mediaset, infatti, si chiede se “può una simile corazzata, un simile paradiso digitale terrestre di decine di canali volere anche questi altri canali? Perché non sfugge a nessuno che avere anche il 7 e l'8 del telecomando oltre il 4, il 5 e 6. Forse è un po’ troppo. O no? Questa è la domanda che bisogna fare ai regolatori e alle autorità garanti. Vorremo sapere dall'Antitrust, l'autorità garante della concorrenza del mercato; vorremo saperlo dall'Autorità garante delle comunicazioni, a sua volta competente a riguardo. Se davvero si scopre che non ci sia nulla che ostacoli la possibile vendita a Mediaset, allora aspettiamo e sapremo se avrà fatto l'offerta migliore che sarà accettata da Telecom Italia”.
DIMISSIONI- “Mediaset - ha aggiunto - non è la Guantanamo dell'informazione, ci ho lavorato tanti anni. Tre anni e mezzo fa ho lasciato Mediaset non per mia scelta, ma per una rottura forte che riguardava proprio una divergenza su come fa informazione. Se per caso Mediaset comprasse la7 non ne faremmo uno scandalo, ma - ha concluso - per coerenza e dignità mi dimetterei dalla guida di questo telegiornale”.
Solo un’offerta di disturbo? La verità si saprà solo il 24 settembre, data ultima per la presentazioni delle offerte. Solo allora sapremo se il gigante Mediaset avrà ancora più fame, e se il piccolo Mentana sarà, ancora una volta, costretto a fare le valigie.
Raffaele Nappi
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