Mentre a Washington ripartono i negoziati tra Israeliani e Palestinesi, l’Iran non perde tempo per ribadire qual’è il suo concetto di pace: in occasione della giornata di al Quds (Gerusalemme in arabo), il capo dell’Ufficio Centrale “Intifada” dei Pasdaran Ramadan Sharif, ha pubblicamente detto che il regime iraniano sosterrà la Jihad dei “movimenti di resistenza palestinesi”. In altre parole, senza mezzi termini, il rappresentante delle Guardie Rivoluzionarie ha dato il via libera alle organizzazioni terroriste palestinesi per iniziare una nuova campagna di attacchi armati contro Israele, chiaramente allo scopo di far naufragare il negoziato di pace. Nonostante il breve periodo di scontro, derivato dalla crisi siriana, la frattura tra Hamas e la Repubblica Islamica sembra oggi ricomposta. Secondo indiscrezioni, dopo la fine della Presidenza Morsi in Egitto e lo stallo della guerra siriana, rappresentanti di Hamas e degli Ayatollah si sarebbero incontrari a Beirut per appianare le divergenze “geopolitiche”. In merito al supporto iraniano alla galassia delle organizzazioni terroriste palestinesi si legga il report del Meir Amit Center.
Mentre Teheran promuove il terrorismo, alle Nazioni Unite i diplomatici iraniani cercano di trovare “un posto al sole”. Secondo Press TV – il canale in lingua inglese del regime – l’Iran starebbe lavorando per ottenere un “posto chiave” all’interno della ONU che si occupa del disarmo e della sicurezza internazionale. Insomma, mentre spargono morte in tutto il mondo, Siria in testa, gli Ayatollah cercano di aumentare la loro influenza sfruttando, purtroppo, un’istituzione internazionale troppe usata come palcoscenico dai brutali regimi internazionali. Speriamo che questa manovra venga fermata il prima possibile, almeno per salvaguardare la dignità stessa delle Nazioni Unite.
Concludiamo riportandovi l’ultimo regalo che Ahmadinejad ha fatto a Khamenei prima di lasciare la Presidenza: nella sua ultima intervista televisiva da Presidente, Ahmadinejad ha dichiarato che l’Iran ha installato altre 5000 centrifughe per l’arricchimento dell’uranio e che è pronto a metterle tutte in attività. Ricordiamo che, sino ad ora, Teheran ha già installato 12000 centrifuge nei vari siti nucleari. Insomma, nel “nuovo Iran” del “moderato” Rohani, la strada verso la bomba nucleare continua ad essere costruita, passo dopo passo, senza interruzione.