I titoli azionari di Grecia, Irlanda e Portogallo, i paesi europei considerati più a rischio, continuano a passare brutte giornate. I rendimenti sono saliti e un’altra volta si torna a parlare di una possibile ristrutturazione del debito. Tra le varie cause annoverate, quella piu’ importante e’ che, la banca irlandese Anglo Irish Bank ha proposto ai titolari di 2 miliardi di euro di obbligazioni valide come capitale di secondo livello, uno scambio con i titoli pubblici a un anno, al 20% del valore nominale, cioè con una perdita dell’80%.
Va detto che prima dell’annuncio i titoli in questione erano quotati intorno a 25, quindi non molto lontano dai termini dell’offerta. La strategia della banca per indurre i creditori ad accettare sarà quella di offrire, a chi rifiuta lo scambio, una cifra in contanti modestissima.
Naturalmente la reazione e’ stata furiosa ma non accettare queste condizioni significherebbe solo aumentare le entrate degli studi legali mobilitati dalle parti in causa. Diciamo che per il 90% la proposta dovrebbe andare in porto perchè il governo irlandese ha più volte detto che non e’ possibile continuare a proteggere tutti i creditori della banca che deve continuamente far ricorso a debiti. I vecchi azionisti hanno ormai perso tutto. Ora e’ inutile continuare a proteggere ancora gli ultimi possessori di obbligazioni.
Allineare i valori dei crediti a quelli espressi dal mercato, e’ la condizione principale per riportare le banche al rispetto dei valori economici fondamentali. Come ha detto il governatore Draghi, le banche che non si adeguano, restano una pietra al collo della ripresa economica e occorrerebbe emettere in futuro degli strumenti di debito che possano assorbire una parte delle perdite. Quanto auspicato dal governatore e’ pero’ quasi impossibile. Infatti non ci potra’ mai essere spazio per strumenti che facciano pagare una parte del costo delle crisi bancarie ai creditori se ora si rinuncia ad utilizzare tutti gli spazi che i titoli gia’ emessi offrono o se si continua ad illudere i cittadini che le banche potranno rimborsare tutti i loro crediti al valore nominale.
Questa situazione riguarda un numero limitato di paesi fra cui, per fortuna, non c’e' l’Italia ma e’ bene che venga affrontata con realismo e che il caso Irlanda non resti isolato.