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Quali sono i punti su cui ritiene vi sia maggiore condivisione al tavolo? C'è sintonia sulle forme principali di sostegno al reddito. Serve un intervento di restyling per rendere più efficiente il sistema. Credo ci si possa mettere d'accordo su soluzioni anche drastiche per assicurare che il periodo in cui si usufruisce di un ammortizzatore sociale venga usato per l'aggiornamento professionale, fino alla perdita dell'indennità in caso di rifiuto di un lavoro. C'è bisogno di un meccanismo deterrente, penso si possano trovare soggetti al di fuori dei consueti e spesso inefficaci sistemi di controllo, con un maggior coinvolgimento delle agenzie interinali, entità ben strutturate che possono attivare meccanismi virtuosi. Tanto più rendiamo questi sistemi di sostegno al reddito trasparenti ed efficaci, tanto più la loro funzione sarà conservata.
Si riporta parte dell’intervista a Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, di Alessandro Barbera pubblicata sul Corriere della Sera del 6 febbraio 2012 Segretario Angeletti, il fronte del no alla modifica all’articolo 18 non è più granitico. Il suo collega della Cisl Raffaele Bonanni dice di essere disponibile a valutare una sua «robusta manutenzione». Lei che ne pensa? «L’articolo 18 riguarda la tutela dei licenziamenti senza giustificato motivo, ovvero quelli discriminatori. Credo che nessuna persona sana di mente voglia e possa togliere questo diritto ai lavoratori. Ma se le ragioni economiche per la fine del rapporto di lavoro ci sono, e nell’articolo 18 sono scritte in un modo che risultano troppo complicate per essere affermate, allora scriviamole queste benedette ragioni».
Mi scusi segretario, in sostanza lei è favorevole a modificarlo. Ci può spiegare meglio? «Voglio dire che per quanto mi riguarda l’articolo 18 va bene così com’è. Nel 1970 fu scritto dai migliori giuristi in circolazione. Ma se in quel testo c’è una lacuna, se il mondo nel frattempo è cambiato e occorre sancire un principio, sono disposto a dire sì ad una legge che dica esplicitamente - fatte salve le ragioni discriminatorie - quando il licenziamento è consentito per motivi economici».
Giovedì avrete un nuovo incontro col governo. Metterà questa proposta sul tavolo? E’ convinto che da un punto di vista giuridico la sua ipotesi sia percorribile? «Certo che sì. Soprattutto se verrà accompagnata da una norma che crea una corsia preferenziale per le cause di licenziamento di fronte al giudice del lavoro».
Adesso non ci rimane che aspettare il prossimo confronto tra le parti sociali ed il Governo per capire quali cambiamenti sono avvenuti.
Intervista a Raffaele Bonanni
Intervista a Luigi Angeletti