Mercato NBA: ciò che poteva essere ma non è stato

Creato il 22 febbraio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Il nuovo contratto collettivo firmato lo scorso anno, la crisi economica che ha investito tutto il Mondo, NBA compresa, e la volontà di non alterare troppo gli equilibri raggiunti si sapeva avrebbero influenzato il mercato di quest’anno nella Lega, ma nessuno si aspettava un totale immobilismo.
Gli Atlanta Hawks volevano cedere Josh Smith e l’ala voleva andarsene, ma alla fine non sono riusciti a trovare un accordo; stesso discorso per altri giocatori, che ormai dovranno chiudere la stagione nella squadra attuale e poi cambiare aria da free agent in estate (J-Smoove è uno di questi), oppure spingere ancora una volta per una cessione in caso di anni di contratto rimanenti (il caso del nostro Andrea Bargnani). Per la prima volta dal 2007 un All-Star non è stato coinvolto in una trade, con JJ Redick che si è rivelato il nome più importante ad aver cambiato casacca. Inoltre 9 squadre avevano a disposizione una trade exception da dover usare entro questa finestra di mercato per non perderla, ma solamente i Grizzlies han deciso di utilizzarla dandola a Miami per il contratto di Pittman (qui le altre squadre che non l’hanno usata).

Il motivo principale dell’immobilismo? Il nuovo contratto collettivo. Nessuna franchigia in pratica ha avuto il coraggio di effettuare una trade che potesse portarli a sforare il cap (fissato a 58,044 milioni di dollari quest’anno) costringendoli a pagare la luxury tax (fissata a 70,307 milioni). La tassa di lusso (1 dollaro di multa da versare alla Lega per ogni dollaro di cap sforato quest’anno) dalla prossima stagione infatti si farà molto più salata, e per le franchigie recidive nei prossimi anni, con un meccanismo che farà crescere esponenzialmente l’importo da pagare, diventerà semi insopportabile.

Questo il meccanismo del 2013/14: per i primi 5 milioni sopra la luxury si pagherà 1 dollaro e mezzo per ogni dollaro sforato; da 5 a 10 saranno 1,75$; da 10 a 15 sarà di 2,50$.
Questo invece il meccanismo per chi dovesse sforare il cap per tre volte in quattro anni (e quindi essere bollato come recidivo): per i primi 5 milioni si pagheranno 2 dollari e mezzo; da 5 a 10 saranno 2,75$; da a 10 a 15 sarà di 3,50$!

Insomma le squadre ora dovranno stare molto più attente a quali contratto daranno, la loro durata e a quali giocatori, perchè sforare significherà doverne tirare fuori tanti, maledetti e subito!

Detto questo qualcosa nel mercato poteva comunque muoversi. Smith è in scadenza e quindi le squadre non hanno voluto svenarsi per prenderlo adesso, e lo stesso discorso vale per Ellis e Jennings dei Bucks, visto che entrambi hanno fatto ampiamente capire che a luglio sarebbero ben felici di cambiare maglia e città. Discorso diverso per Bargnani, il suo contratto da 10 milioni doveva essere assorbito e in cambio a Toronto doveva essere consegnato un giocatore con salario comparabile, il GM Colangelo inizialmente sembrava intenzionato a cedere l’italiano (alcune dichiarazioni delle settimane scorse sembravano eloquenti), ma poi vedendo la situazione del mercato ha probabilmente cambiato idea. Per Il Mago quindi se ne riparlerà in estate, e nel frattempo speriamo possa tornare incisivo per la franchigia canadese che con Rudy Gay, DeRozan, Lowry e Valanciunas (Ross e Fields dalla panchina) ha un roster almeno decente.
Ci si attendeva qualche movimento anche da parte dei Denver Nuggets, magari non con giocatori principali, ma per liberare gente come Chandler, Mozgov e Hamilton che stanno trovando poco spazio e avrebbero avuto un discreto mercato. Ha un po’ sorpreso tutti anche l’atteggiamento dei Boston Celtics che dopo gli infortuni di Rondo e Sullinger si pensava andassero alla ricerca di un play e di un lungo (infatti anche ieri si è parlato dello scambio con i Clippers: Garnett per Bledsoe-Jordan) e invece alla fine è arrivato solamente Jordan Crawford da Washington, cedendo anche uno degli ultimi centri dalla panchina a disposizione di coach Rivers, Collins.

Tutto rimandato a questa estate, quando dal 1 luglio potrebbe finalmente scoppiare qualche bel colpo visto il grande numero di free agent disponibili, sia di primissima fascia (Chris Paul, Josh Smith, Monta Ellis, Brandon Jennings, David West) sia in grado di aiutare qualsiasi franchigia pur con contratti più contenuti.

Luxury tax permettendo però!


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