mercoledi 19 settembre, la pioggia bagna pensieri e corse nei sentieri del bosco. torno alla tana ora, bagnato ed infreddolito con Arja che mi guarda e ride. continua il libro ....pagina 119 ...una busta si infila nella feritoia preposta, per cadere nel cestino sottostante. Ancora posta! E per mia fortuna ne ricevo tanta di posta da amici, conoscenti e non. Sicuramente più della posta inutile e pubblicitaria, che promette grandi affari, che non valgono mai niente, in cambio della tua anima e del tuo denaro. La detesto, ed è tra le poche cose che furtivamente e velocemente entra in casa mia senza invito, assieme a insetti vari e uccelli d’ogni tipo, invece ben accetti. Diversamente, questa posta furtiva cade, e senza neanche averla aperta, nel bidone differenziato della carta. Un’altra busta interessante, da aprire e scoprirne il contenuto. Non riconosco al volo, dal nome scritto, il mittente. Apro, e smanioso, leggo sorpreso. Così comincia questa giornata, strappando il lato di una semplice busta di carta bianca, apparentemente come tante, e bevendone le parole impresse a penna, in un lampo. La rileggo più volte, quasi dovessi impararla per la recita scolastica di fine anno.Pablo Neruda, Giacomo Leopardi, Fernando Pessoa? …macchè, Simone B. Resto senza parole, ed ogni parola che non riesco a dire si dipana in mille e più pensieri. Avrei voluto scriverli io quei versi, semplici e puliti, chiari, esemplificativi, così come avrei voluto scrivere le parole successive accompagnatorie. Che classe! E’ tutto come la penso io, e lui solo parlando con me, e guardando la mia scultura che ha in casa è riuscito a scriverlo. E non mi sembra così facile scrivere esattamente quello che si pensa, e che si sente con il cuore. Ha trasformato in parole i volumi delle mie donne, delle mie donne-sculture. Ci ha guardato dentro, non si è fermato alle forme, seppur seducenti.Ora ricordo bene. Simone ha una mia scultura, Modella Rossa 2806, e ricordo benissimo di aver parlato con lui, due volte, in una passata mostra a Parma. La prima volta mezz’ora, e la seconda forse un po’ di più, in piedi per giunta in mezzo alla gente. E lui in breve, e con poco, ha capito! Ha capito, altrimenti non avrebbe potuto scrivere quelle parole su quei due fogli, e spedirmeli con naturalezza e semplicità. Ha letto tra le righe, è andato oltre quello che vedeva, è entrato dentro. E chi non ha niente dentro di sé, non troverà niente neanche fuori. E’ inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé! C’è una spiegazione a tutto, spesso celata da un velo trasparente, ma pesante come una lastra nera di piombo, difficile, o quasi impossibile da alzare. Lasciarsi andare è l’unico modo per rimuoverla, o almeno spostarla. Chiudere gli occhi e fidarsi dei sogni, e così quel macigno greve a forma di lastra diventerà il velo; e vedrai la verità. Anzi una delle verità. E banalmente, ci stanno aspettando. Ancora un grande grazie, non mi stancherò mai di ripeterlo, ai boschi e alla natura tutta, che mi aiutano a capire. E ringrazio ad ugual modo tutte le persone che incontro nel mondo, quando esco dal portone rosso, e le lettere che generosamente scritte entrano poi in casa mia, attraverso la feritoia orizzontale, per cadere nel cestino di ferro ossidato, in attesa che io le legga. E qualcuna in particolare mi colpisce, mi rapisce i pensieri. Mi fa partire per nuovi viaggi. Mi dà coraggio e fiducia quando mancano sopraffatti e sovrastati da sfiduciati telegiornali e dalla deludente televisione in generale. Mi fa rendere conto di non essere poi così solo, e che c’è tanta gente che non riesce a rinunciare all’ineluttabile desiderio di conoscenza e di sapere, quale intrigata ma brillante bramosia di crescere. E di mettersi in discussione, almeno con se stessi, chiudendo gli occhi per vedere. E anche a loro son grato, perché è chiaro che anche grazie a questi esseri umani, la mia vita è la mia vita.
Scruto ogni giorno,il lento crescere, voi pinicome persone.
Giancarlo T.