Magazine Diario personale
La furia mangereccia di questi giorni non mi ha obnubilato al punto da dimenticare i miei preziosi mercoledì. E quindi, abbandonate le pupe, senza alcuna traccia di pentimento, oggi sono andata al cinema.
Il cinema, mio primo amore, l’unico che ha attraversato indenne anni di volubili passioni.
Tutto ebbe inizio quando mi smarcai dai cinepanettoni e mi illuminai con "I sognatori" di Bertolucci, film che ho scartocciato e ho assaporato più e più volte, fino ad imparare le battute a memoria, fino a scoprire che poi non era ‘sto gran capolavoro. Ma ormai era troppo tardi, il processo di cinefilizzazione era già innescato.
Sono stati mesi spensierati di fine adolescenza, in cui le reclusioni forzate (punizioni di mio padre) erano l’alibi per guardare anche 4 film al giorno.
Finchè una sera di febbraio,sfogliando un libro nel settore cinema di una libreria, ho sentito un barbuto che parlava con i suoi amici (visibilmente annoiati) di Inland Empire.
- Scusa. Ma tu lo hai già visto? - intervengo impavida.
- No, credo sia uscito oggi.
- Ah, giusto. Io ho visto tutta la filmografia di Lynch. E ho visto Twin Peaks due volte di seguito.
- Ah be’. Anch’io – mentiva.
- Se domani non hai da fare, andiamo a vederlo insieme.
- …Sì, ma non so come ti chiami -
- Ah no, domani no. E nemmeno dopodomani. Facciamo così, ti chiamo io.
Registrai il suo numero.
Flavio. Dopo un mese di intensa frequentazione scoprì che si chiamava Fabio. Il mio Fabio. Ma Flavio suonava meglio. Oggi lo chiamo Luigi, ma questa è un’altra storia.Insomma andammo a vederlo e lui tossì tutta la sera. Siamo andati a cinema quasi tutti i pomeriggi per 3 anni, poi è nata Mati e il resto è già storia.Abbiamo provato i dvd nel computer, il proiettore, i multisala in seconda serata, lo streaming.
Ma le passioni per essere alimentate hanno bisogno di certi rituali.
E così oggi alle 5 di pomeriggio, nell’amato cinema Modernissimo (che di moderno ha solo il nome), nella sala grande che puzza di popcorn stantii e ha le poltrone scomode, insieme a 4 ottantenni in libera uscita, mano nella mano abbiamo visto “La migliore offerta” di Tornatore.
Mi è sembrato bellissimo.
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