Magazine Informazione regionale

Mercoledì incontro a Spinadesco sul dramma della diossina e del rumore dell’Arvedi. Legge rispettata ma le piccole emissioni preoccupano. Si progetta una rete di cittadini ad ampio respiro per contare di più

Creato il 17 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

La giornalista Maria Teresa Puliti sostiene nel video che sindaci di Sesto, Spinadesco e Cremona, oltre alla Provincia, nel 2006 erano compatti con la Regione. La giornalista chiede inoltre se la prevenzione primaria contro i tumori viene fatta in provincia di Cremona, dato che siamo al terzo posto nella classifica nazionale dei tumori. “Direi di no” afferma la giornalista. E si può ben ricordare che in occasione di una conferenza stampa di un anno fa la direttrice generale dell’Ospedale Maggiore sostenne che fra inquinamento industriale e tumori è quasi impossibile porre correlazioni di tipo causa-effetto. Le cause sono tante, si moltiplicano in concause. L’esempio addotto dalla direttrice Simona Mariani riguardava la Tamoil: “Dopo anni di dubbi, si è scoperto che non era causa di malattie mortali all’apparato respiratorio”. L’inquinamento industriale pare quasi non esistere. Sotto accusa il traffico automobilistico, il fumo, lo stile di vita, poi in una civiltà progredita…. i tumori vengono diagnosticati. In un Paese sottosviluppato non ci sono nemmeno medici a fare esami e diagnosi.Bei discorsi ma la giornalista Puliti ha ragione a ripetere la domanda “chi difende i cittadini?” e a proporre, viste le reazioni bizzarre, sorde, dei politici che si chiamano fuori (curiosamente il deputato Pizzetti, tanto criticato, ha chiesto che i cittadini venissero ascoltati dal Comune). Anche Giuseppe Torchio, ex presidente della Provincia, ha dichiarato che i cittadini di Cavatigozzi meriterebbero ben di più dal Comune di Cremona, di cui però non è sindaco. Non basta qualche dichiarazione. Ha ragione la giornalista Puliti: occorre che i cittadini del luogo (Cava, Spinadesco, Sesto ma perché anche altri di altri Comuni, visto che l’inquinamento vola, la diossina in misure minime consentite dalla legge, esce dall’acciaieria) si mettano in rete con altri cittadini di altre zone toccati da problemi analoghi per farsi ascoltare e contare di più. Non c’è altra soluzione. Tre i ricorsi al Tar, un quarto in attesa di un’ordinanza, una denuncia all’Ue. Chi ha posto quei limiti alla diossina?L’inquinamento acustico è già stato rilevato dall’Arpa. I cittadini di Spinadesco barcollano come chi ha viaggiato in aereo,  ma devono andare a lavorare anche se hanno dormito poco o male. Ma nemmeno su questo ricevono risposta dal Comune di Cremona!Scatta così un’iniziativa presso la palestra di via Lazzari a Spinadesco, per informare sulla diossina.Mercoledì 20 giugno 2012 alle ore 20,45 presso la palestra di via Lazzari a Spinadesco (CR) si terrà una conferenza che avrà come relatori- Paolo Rabitti ingegnere, urbanista e docente universitario è stato consulente tecnico nei maggiori processi su disastri ambientali ed inquinamento. Autore di Cronache dalla chimica (Cuen 1998), Ecoballe (Aliberti 2008), e del recenteDiossina: la verità nascosta (Feltrinelli 2012 prefazione del Prof. Salvatore Settis) un’inchiesta sulla diossina di Seveso e l’inquinamento a Mantova.- Patrizia Gentilini  laureata in medicina e chirurgia, specializzata in Oncologia ed Ematologia, si è occupata di Prevenzione-Diagnosi Precoce che di Terapia dei tumori, fa parte del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Associazione contro Leucemie, Linfomi, Mieloma (AIL) ed è presidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) di Forlì._____________________________________________________________ Dal sito del quotidiano telematico di Cremona ”Il Vascello” http://www.vascellocr.it/

Caro Direttore,
é normale che i limiti di legge per le emissioni al camino vengano rispettate. Il contrario sarebbe appunto “inammissibile”. Diossine, furani e metalli pesanti sono sostanze che si accumulano nella catena alimentare ed hanno un’emivita molto lunga, cioè, una volta assorbite, impiegano molto tempo (anni) per essere eliminate. Si comportano da interferenti endocrini, vale a dire “mimano” l’azione degli ormoni naturali interferendo e disturbando funzioni complesse e delicatissime quali quelle immunitarie, endocrine, metaboliche e neuropsichiche. Ne possono derivare disturbi riproduttivi, endometriosi, anomalie dello sviluppo cerebrale, diabete, malattie della tiroide, danni polmonari, metabolici, cardiovascolari, epatici, cutanei e deficit del sistema immunitario. Inoltre, l’esposizione a diossine è correlata allo sviluppo di tumori (linfomi, sarcomi, tumori a fegato, mammella, polmone, colon). Il rispetto dell’attuale limite di legge non garantisce la protezione della salute umana, ma rappresenta un compromesso fra esigenze produttive e tutela della salute stessa. Anche per molte altre sostanze i limiti sono stati abbassati nel corso degli anni (es. : arsenico, benzene, ecc). Più interessante per questo tipo di sostanze è il bilancio di massa, vale a dire la quantità totale degli inquinanti emessi da ogni sorgente e non solo la loro concentrazione nell’aria che esce dal camino. Le emissioni di acciaierie con forno elettrico sono stimate (a seconda del materiale trattato e dei sistemi di abbattimento)in alcuni grammi di diossine per milione di tonnellate di acciaio prodotte. Sembrerebbe una quantità piccola, ma occorre considerare la loro elevata tossicità, tanto che si ritiene tollerabile l’introduzione giornaliera di soli 2 picogrammi di diossina per kg di peso corporeo (1 pg = un miliardesimo di milligrammo). Sono noti negli ultimi 15 anni numerosi casi di contaminazione di varie matrici (latte, uova, mangimi, fauna ittica, …) nonché casi recenti di inquinamento da diossine, furani e PCB da parte di acciaierie di seconda fusione (vedi i casi di Brescia, Taranto, Valsugana, Val di Susa). Inoltre, è vivacemente dibattuto il limite da adottare per le diossine emesse da acciaierie: 0,5 ng/m3 per Regione Lombardia; 0,1 per la C. E. (che considera le acciaierie di seconda fusione al pari degli inceneritori), limite che entrerà in vigore in Italia nel 2015. I cittadini parlano giustamente del limite “europeo” di 0,1 e non di quello adottato da Regione Lombardia. Come vediamo un paio di rilievi del 2009 (secondo tabella pubblicata dal quotidiano La Provincia) superano comunque gli 0,1 ng/m3 (0,16), e quindi non sono “ben al di sotto” del limite di legge. Invece di criminalizzare i cittadini, le Istituzioni a nostro avviso, dovrebbero comprendere i timori della popolazione e tutelarla con indagini autonome (reti di monitoraggio, matrici alimentari, indicatori di bio-accumulo, ecc.), come già avvenuto a Brescia e Trento, dove si effettuano dosaggi sugli ortaggi, sulle polveri depositate nel perimetro degli stabilimenti, nei sedimenti fluviali, nella fauna ittica, ecc.. Due rilievi all’anno al camino, non sono sufficienti per caratterizzare l’impatto ambientale e sanitario di questo tipo di emissioni. L’affermazione dei sindacati sulla salute dei lavoratori non ha validità scientifica in assenza di indagini epidemiologiche appropriate, di cui andrebbero resi noti i risultati in forma anonima. Riteniamo pertanto che l’informazione dei lavoratori e dei cittadini non sia stata diffusa correttamente e che ciò sia la causa principale delle incomprensioni e delle tensioni in atto.

Per ISDE – Medici per l’Ambiente - Sezione di Cremona: Dott. Angelo Angiolini, Dott. Federico Balestreri, Dott. Tiziano Talamazzi 0.000000 0.000000

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :